Tra le lame del Sesia

Animal target: aquila anatraia maggiore, nibbi reali, gru, ibis sacri, ardeidi

Stagione: Inverno

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Una domenica mattina di fine gennaio, dopo giorni di stabilità il tempo volge al brutto e le previsioni per la giornata non sono confortanti, parlano di “pioviggine congelantesi” e “probabile nevischio”. C’è però la voglia di vedere un po’ di avifauna e se possibile scattare qualche bella foto. Cosa fare? Perché non tornare nel vicino Parco Ente Lame del Sesia e Riserve?

Il parco è facilmente raggiungibile in autostrada (uscita autostradale di Greggio o di Biandrate), con oltre tutto ampia possibilità di trattorie e ristoranti di diverso livello… provare non costa nulla. Per chi non conosce il parco, la prima meta può essere Albano Vercellese, dove si trova la sede dell’ente, per reperire materiale cartaceo e magari ricevere qualche consiglio sui siti più indicati per il birdwatching (verificare però sempre gli orari e i giorni di apertura).

Noi invece ci dirigeremo subito verso la palude di Casalbeltrame, con la speranza di centrare immediatamente almeno qualcuno dei nostri animal target.

Purtroppo la scarsità di precipitazioni degli ultimi mesi si fa sentire e l’acqua nei canali è molto bassa e ghiacciata (le risaie poi ormai vengono allagate solo per lo stretto tempo necessario, nella tarda primavera, e questo per noi birdwatchers è un duro colpo…).

Ci avviciniamo percorrendo strade solitarie lungo argini che sembrano portare nel nulla, in una nebbia leggera che avvolge gli edifici e le vecchie strutture agricole abbandonate, quando finalmente scorgiamo alcune macchie bianche e nere in un fosso.

Immancabili le nutrie, ma ecco i primi animal target di giornata! Un cinerino (Ardea cinerea), alcuni aironi bianchi maggiori (Ardea alba), alcuni guardabuoi (Bubulcus ibis) e diversi ibis sacri (Threskiornis aethiopicus). Accostiamo e ci godiamo soprattutto gli ibis, più confidenti rispetto agli ardeidi.

Questi pelecaniformi della famiglia dei treschiornitidi, molto diffusi nell’Africa subsahariana e in Iraq,  anticamente erano ampiamente attestati in Egitto, dove erano venerati come immagine del dio Thot. Oggi sono estinti in Egitto, hanno però espanso considerevolmente il loro areale, trovando un ambiente particolarmente adatto presso le aree umide del Parco delle Lame del Sesia. Di taglia discreta (sono lunghi infatti sui 56–69 cm, con un peso di 1-1,9 kg e un’apertura alare di 112–123 cm), sono una presenza costante nel parco e il loro numero è in continua crescita.

Risaliamo in macchina e raggiungiamo l’ingresso della palude di Casalbeltrame, ancora una volta chiusa (avevamo letto di una sessione di inanellamento e speravamo di potervi assistere ma, forse per l’orario, non abbiamo trovato nessuno).

Ci avviciniamo in direzione della palude e lo spettacolo, per quanto usuale per i frequentatori del sito, è sempre appagante: centinaia di germani reali (Anas platyrhynchos) affollano lo specchio d’acqua principale, vocianti e pronti ad alzarsi in volo al primo segnale di pericolo, più rari gli ardeidi.

Mentre osserviamo i movimenti degli anatidi, un nibbio reale (Milvus milvus), elegante nel portamento e nei colori, sorvola l’area. Eccolo finalmente! Aspettiamo che ritorni ma non accade. Nel frattempo ci perdiamo tra i numerosissimi cormorani (Phalacrocorax carbo) che adornano come frutti spettrali le piante della palude. Neri, con il forte becco giallo e gli occhi di ghiaccio, rimangono immobili in posizione verticale oppure volteggiano tra gli alberi in cerca di una posizione migliore.

Nella bassa vegetazione circostante i movimenti degli scriccioli (Troglodytes troglodytes) e dei pettirossi (Erithacus rubecula) catturano lo sguardo del visitatore insieme ai buffi silvilaghi (Sylvilagus floridanus), coniglietti alloctoni.

Riprendiamo la macchina e ci aggiriamo per i canali, scrutiamo le silhouette degli alberi in cerca di rapaci. Le poiane (Buteo buteo) sono affascinanti e molto numerose, immobili su pali e posatoi naturali oppure a terra mentre consumano le prede, ma nei giorni scorsi proprio in questa zona è stato avvistato anche un esemplare di aquila anatraia maggiore (Aquila clanga) e non vi nascondiamo che non ci dispiacerebbe proprio il gran colpo!

Poiane, poiane, poiane, qualche gheppio… quando ecco una figura più slanciata. Aguzziamo lo sguardo ma è “solo” un altro bellissimo nibbio reale. Peccato, niente aquila anatraia maggiore, ma non possiamo certo lamentarci.

Decidiamo per una pausa pranzo in trattoria, che non guasta mai, e scegliamo “Al Sesia”, un locale proprio sull’argine del fiume.

Dopo il risotto, facciamo due passi sul greto asciutto del Sesia, il livello bassissimo del fiume è davvero evidente purtroppo. Ci fa compagnia qualche airone ma nulla più.

Decidiamo allora di ripassare nella zona della palude di Casalbeltrame per cercare un altro degli animal target di giornata, la gru cinerina (Grus grus)! Anche in questo caso però le recenti segnalazioni non ci portano fortuna, non avvistiamo nessun esemplare.

Non vogliamo arrenderci e ci giochiamo un’ultima carta: la garzaia dell’Isolone di Oldenico, una delle principali garzaie della regione.

Siamo fuori stagione, sicuramente non troveremo la vivace frenesia che accompagna le garzaie nei periodi riproduttivi ma ci affidiamo alla buona sorte. Parcheggiamo al cimitero di Oldenico e ci incamminiamo a piedi

La strada sterrata attraversa campi incolti e coltivati, qualche ibis sacro e qualche guardabuoi ci osservano curiosi, alcuni enormi cinerini si allontanano infastiditi ma quanta meno vitalità rispetto alla primavera! Nessuna nitticora (Nycticorax nycticorax), nessuna sgarza ciuffetto (Ardeola ralloides) né pavoncella (Vanellus vanellus). Addirittura scarse sono le garzette (Egretta garzetta).

Non sembra davvero essere stata una scelta vincente: qualche piccolo gruppo di passeri (Passer domesticus) e di fringuelli (Fringilla coelebs), un velocissimo rapace scuro che ci attraversa la strada (ci illudiamo che sia stato un falco pellegrino), gli immancabili cormorani.. niente di più.

Siamo ormai quasi arrivati al capanno della garzaia quando da lontano si diffonde nell’aria un vociare confuso, un gracchiare allo stesso tempo dissonante e armonioso. Non capiamo da dove arrivi ma cerchiamo con lo sguardo nel cielo. Improvvisamente si materializzano e iniziano a sorvolarci almeno un paio di centinaia di gru, divise in due stormi nella consueta disposizione a Y.

Uno spettacolo emozionante, pochi secondi ma rimaniamo a bocca aperta. Eleganti, maestose, pochi altri uccelli migratori hanno lo stesso fascino delle gru in volo. Una coincidenza davvero fortunata essere nel posto giusto al momento giusto!

Adesso possiamo davvero tornare a casa soddisfatti, ripasseremo sicuramente in primavera!

Prof. Gip. Barbatus

Foto Ale Zoc

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