Torniamo in terra di Sardegna con l’amico Salvatore “Bobore” Frau e Sardinia Nature. Questa volta non cercheremo gli elusivi barbagianni dell’isola, ma seguiremo la rotta dei grifoni!

La prima volta che li vidi avevo quasi le lacrime agli occhi. È difficile pensare che un grifone possa suscitare empatia nei confronti di un osservatore. È un sentimento difficile da spiegare, eppure è esattamente quello che provai. Animali grandi e maestosi, più di quanto avessi immaginato fino a quel momento, forti e fragili allo stesso tempo.

Il sole proiettava al suolo le enormi ombre degli avvoltoi, mentre col naso per aria cercavo di dare una forma fisica e tangibile alla spirale di correnti ascensionali che in quel momento stavano sfruttando per prendere quota. Volavano in gruppi di tre esemplari per volta, pattugliando il territorio alla ricerca di cibo. E mentre osservavo ipnotizzato la danza dei grifoni, nella mente ricordavo quanto letto sul loro triste passato. Fino agli anni ’70, i casi di mortalità negli allevamenti di animali erano molto frequenti e la comparsa degli avvoltoi veniva individuata come la causa e non come la conseguenza. Questa convinzione dettata da osservazioni molto approssimative e da una scarsa conoscenza della specie ha portato all’uccisione di un numero incalcolabile di animali.

In realtà il grifone (Gyps fulvus) non uccide la preda ma si alimenta esclusivamente di animali già morti, svolgendo un ruolo ecologico fondamentale nello smaltimento delle carcasse, limitando la putrefazione delle carni e bloccando la propagazione di potenziali patogeni. Negli anni successivi, con la progressiva rarefazione della specie, si è assistito all’abbattimento di esemplari destinati ad essere tassidermizzati e venduti illegalmente. Non esiste area montuosa della Sardegna priva di un toponimo che rimandi alla presenza degli avvoltoi, a testimoniare quanto fossero diffusi in tutta l’isola.

Oggi la colonia nidificante è concentrata nella costa nord occidentale tra Bosa e Alghero, le persecuzioni di cui sono stati vittime in passato sembrano solo un lontano ricordo e il grifone è diventato un simbolo di questi luoghi, una presenza di cui andare fieri. Una sempre crescente sensibilità ambientale e una presa di coscienza del ruolo ecologico occupato dagli avvoltoi ha quindi permesso a questi animali di continuare a spiccare il volo. Gli attuali rischi per la loro conservazione vanno ricercati invece nelle esche avvelenate utilizzate per le volpi e altri carnivori selvatici, nella difficoltà a reperire cibo, nell’utilizzo inadeguato di farmaci veterinari e, in minor misura, nel disturbo antropico.

I grifoni sono soliti nidificare in pareti rocciose ripide e inaccessibili proprio per garantire al nido la discrezione che merita. È attualmente in corso il progetto LIFE Under Griffon Wings, attraverso il quale si sta lavorando su più fronti per garantire la conservazione e la crescita della colonia. Una rete di carnai aziendali, una campagna di comunicazione e sensibilizzazione e la costituzione di un nucleo anti veleno sono solo alcune delle azioni di gestione intraprese nell’ambito del progetto.
Per saperne di più potete visitare il sito internet http://www.lifeundergriffonwings.eu/it/index.html .
Per trascorrere una giornata all’insegna del birdwatching e della fotografia naturalistica è possibile rivolgersi alla nostra Società Cooperativa Sardinia Nature (sardiniaphotonature@gmail.com) operante in Sardegna nel campo dei servizi turistici e ambientali.
© Fotografie e testi di Salvatore Frau
Vuoi inviarci i tuoi Diari di Viaggio? Scopri QUI come