Oggi, 20 marzo, si celebra nel mondo il Frog Day, il giorno della rana, un giorno importante, un monito a prendersi cura della biodiversità tutelando in modo particolare gli anfibi. Difficile innamorarsi degli anfibi: non sono teneri gattini, non sono “pucciosi” cagnolini, non hanno quegli occhioni dolci che tanto spesso spopolano per numero di like sui social. Eppure… sono preziosi negli ecosistemi, talora fondamentali. Innanzitutto sono un evidente indicatore della qualità di acque e ambienti: gli anfibi sono delicati (purtroppo anche di fronte all’attacco di alcune malattie e parassiti, che spesso ne fanno strage), non sopravvivono a lungo in contesti inquinati, per cui quando ci imbattiamo in loro sappiamo che qualcosa che valga la pena difendere ancora c’è. E poi sono una parte importante della catena alimentare, come predatori e prede al tempo stesso. Insomma, bisognerebbe imparare ad amarli e difenderli.

Ma di cosa parliamo quando diciamo anfibi? Sono stati i primi vertebrati a colonizzare l’ambiente terrestre e sono oltre 4000 specie nel mondo. Solo In italia sono 45 tra anuri (raganelle, rane, rospi, ululoni, discoglossi, pelobatidi e pipidi) e urodeli (salamandrine, salamandre, tritoni, geotritoni e protei). Tanti, vero? Eppure spesso li ignoriamo, più spesso ancora il loro aspetto ci urta (forse un antico retaggio culturale che li ricollega al mondo ctonio, a streghe e stregoni?).

Non basta allora un Frog Day all’anno per imparare a conoscerli e apprezzarli: la prossima volta che, proprio in questa stagione, vedi dei girini in uno stagno o una pozza, lasciali in pace! Vedi rane e rospi attraversare una strada asfaltata? Assicurati che non vengano schiacciati! (Ci sono tanti progetti di volontariato nei diversi Comuni, informati!), ti imbatti in una salamandra nei boschi, ammirala senza spaventarla!
Più anfibi e meno gattini per un mondo migliore!