Diari – Nel Parco del delta del Po

Il delta del Po (come tutti i birdwatchers, noi di Animal Trip amiamo immensamente i delta dei fiumi.. e non solo quelli lontani come il delta del Danubio) è sempre stato per noi un appuntamento rimandato, visto che sono anni che proviamo a ritagliarci qualche giorno durante il periodo primaverile o, se meglio vogliamo dire, durante il periodo migratorio…

Finalmente ci siamo riusciti! Addirittura in un weekend lontano da ponti e festività!

Qualche settimana per studiare la zona, i punti di accesso al parco, quelli che supponevamo di interesse, le tipologie di animali che pensavamo di incontrare e la scelta è fatta … Goro, presso un ristorante con alloggio, cosa che si è dimostrata a nostro parere un’ottima scelta.

L’arrivo dalla Transpolesana, si dimostra già una sorpresa, visto che – complice il limite di velocità imposto – ci permette di sbirciare sugli innumerevoli canali a bordo strada… numerosi già si mostrano garzette, germani, aironi bianchi, rondini, rondoni, fagiani; ma il benvenuto migliore ce lo regala il volo inconfondibile di un’upupa a pochi metri da noi. Se il buongiorno si vede dal mattino…

GarzettaDecidiamo di coprire tre diverse zone, ognuna con una sua specificità, così di prima mattina ci dirigiamo a Bosco Mesola dove abbiamo appuntamento con una guida che ci porterà con un pullmino elettrico all’interno della riserva. La scelta a posteriori si dimostrerà azzeccatissima, visto che la zona dell’oasi aperta a tutti dà sì la possibilità di godersi il bosco, ma non permette avvistamenti faunistici.

La foresta che visitiamo è già un punto di interesse, essendo una delle ultime foreste planiziali (quasi originali) presenti in Italia, sopravvissuta alle bonifiche del secondo Novecento solo perché si trovava su un isolotto. Questo ha permesso l’isolamento di una sottospecie di cervo, più piccolo e con comportamenti specifici rispetto a quelli alpini o appenninici, e proprio per questo oggetto di ricerca e di progetto di salvaguardia.

La preparatissima guida ci racconta della difficoltà di far crescere la popolazione – non ultima quella dovuta alla presenza dei daini, che da tre anni infatti sono stati traslocati. L’obiettivo, ci dice, è raggiungere almeno le 500 unità, così da pensare di ripopolare altre zone al di fuori della riserva (sempre che si riesca a non farli abituare troppo alla presenza del loro unico nemico naturale in zona … l’uomo).

CervoAvvistarli è ovviamente semplicissimo, visto che in questo periodo femmine e giovani stazionano nelle radure, mentre i grossi maschi, notoriamente schivi, si nascondono nella boscaglia.

Discorriamo con la guida, mentre si susseguono foto ed avvistamenti: la tartaruga palustre europea (minacciata anche qui dall’alloctona cugina americana che è arrivata tramite fossi e canali), cormorani, garzette, fagiani e il fortuito incontro con un martin pescatore … troppo veloce per essere fotografato. Molte le nutrie, che qui non riescono ad essere troppo infestanti per le tipologie degli argini, che non sono di loro gradimento,  e per la presenza del tasso, abile a sottrargli le tane.

TartarugaPalustreE’ l’ora di saluti, visto che abbiamo il tempo per un veloce pranzo, pronti per essere al molo di Goro dove ci attende un’imbarcazione per un tour alle foci del Po di Volano. Anche in questo caso, a posteriori, affermiamo essere un’ottima scelta visto che ci farà osservare la laguna da un altro punto di vista.

Innanzitutto anche in questo caso la guida che ci accompagna (un pescatore del paese) si dimostra eccezionale, sia per spiegarci l’economia locale legata alle vongole, sia perché è un ottimo conoscitore della fauna.  Sono state ben 4 ore di avvistamenti, dai più “semplici”, come cormorani, gabbiani comuni, gabbiani reali, sterne, aironi bianchi, guardiabuoi, garzette, volpoche, beccaccini, beccacce di mare … fino a quelle che sulla barca consideriamo tutti più “fortunate” : un bellissimo esemplare di airone rosso che si staglia in volo a pochi metri da noi, una pittima e poi un chiurlo che corrono a nascondersi in mezzo ai giunchi … tutti avvistamenti accompagnati dalle nostre esclamazioni di giubilo (sulla barca siamo sicuramente tre ad essere maggiormente interessati alle osservazioni e meglio equipaggiati).

La giornata, sicuramente impegnativa, prosegue anche osservando i grandi branchi di cefali che saltano dall’acqua o le sterne e i gabbiani che si lanciano sui trabucchi dei pescatori per rubare facilmente i pesci nella rete. Interessante anche la striscia di acque di diverso colore che disegna il confine tra il Po e il mare.

L’indomani ci attende un’altra zona del parco, diversa dalle due appena visitate, in quanto totalmente su acqua salmastra: i laghi di Comacchio.

CavaliereIl tempo a nostra disposizione non ci permette di noleggiare le bici (anche perché non avendole prenotate, non è possibile ahimè farlo in loco), per cui decidiamo di seguire il sentiero che delimita la salina. Qui la prima sorpresa: appena il tempo di preparare l’attrezzatura e mio figlio (9 anni) mi indica i giunchi di fronte a noi … corpo esile, zampette rosse, bianco e nero, becco nero affusolato … sì è lui!!! Il cavaliere d’Italia, per noi è il primo incontro in assoluto con questo splendido uccello.

La zona comunque, e lo scopriremo molto presto, è famosa per il suo ospite più numeroso (e rumoroso): il fenicottero. Infatti tutto intorno è un’apoteosi di fenicotteri, mai visti così tanti insieme in vita mia. Fortunatamente osservarli e fotografarli è semplicissimo con una discreta attrezzatura, peccato solo che la giornata uggiosa non renda il contrasto dei colori, essendo quelli del cielo e dell’acqua praticamente indistinguibiliFenicotteri

Beh, per noi ora è tempo di rincasare, ci aspetta il ritorno a casa dopo un lungo fine settimana entusiasmante e sorprendente, in maniera obiettiva non ci saremmo attesi uno spettacolo naturalistico come questo offertoci dalla migrazione di migliaia di specie di uccelli verso nord.

 

 

Testo e foto di Marco Ciccone

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