Animali letali

Giganteschi orsi in cerca di cibo che si avvicinano minacciosamente a case e pollai terrorizzandone gli abitanti, feroci lupi che sbranano pecore e fanno strage di altri animali domestici, vipere che mordono con denti veleniferi innocenti viandanti mettendone a rischio la vita… in che mondo pericoloso viviamo! Poveri noi, prede inermi di temibili predatori! Oppure no?

Basta saper leggere semplici statistiche e dati per avere una risposta: al primo posto tra gli animali più letali per l’uomo ci sono bovini ed equini! Ma come??? Le mucche e i cavalli??? E i dolci occhioni della mucca lilla della Milka? E il fruttolo? E i formaggini? Insensato! Al secondo posto poi gli insetti (non il velenosissimo ragno violino, protagonista anche dell’ultimo romanzo di Fred Vargas, o gli scorpioni, ma api, vespe, calabroni … con cui siamo in contatto quotidianamente). Seguono… i cani. Al terzo posto della classifica ci sono i cani, i migliori amici dell’uomo, che però talvolta risultano letali, soprattutto per i bambini al di sotto dei 4 anni. Assolutamente inaccettabile!

Se per completezza vogliamo invece considerare anche le malattie trasmesse dagli animali, allora la classifica inevitabilmente cambia e protagonista diventa la zanzara che tra malaria, dengue, febbre gialla… contribuisce a una vera e propria strage di esseri umani (lo si può leggere ad esempio nel seguente grafico presentato sul blog di Bill Gates nel 2016 per sensibilizzare e fare prevenzione riguardo a queste malattie).

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E gli orsi? I lupi? Le vipere? Niente, nel primo caso, scorrendo la classifica, non sono nemmeno citati. Nel secondo ai lupi vengono attribuiti 10 episodi letali per il 2015 (di fronte agli 830000 della zanzara).

Come è possibile?

E soprattutto, da dove nascono allora queste nostre paure in apparenza infondate?

Sicuramente nel fondo del nostro animo giacciono, mai dome, paure ancestrali (dell’ambivalente rapporto tra uomo e lupo abbiamo già avuto occasione di parlare) ma non può essere tutto qui.

E infatti non lo è. Parte della responsabilità è infatti anche della continua demonizzazione, in parte strumentalizzata ad hoc, che da parte dell’opinione pubblica viene fatta dei predatori citati. Perché ogni episodio, raro in natura, viene enfatizzato su stampa e televisioni come qualcosa di frequente? Perché si scelgono sempre termini forzatamente espressivi? Fateci caso, questi animali non mordono, azzannano, dilaniano. In ogni occasione viene sottolineato (anche quando non è vero) che sono animali reintrodotti in natura dopo essere scomparsi, quasi a dire che si è implicitamente autorizzati a eliminarli di nuovo. Si cerca di creare panico facendo dell’allarmismo (ovviamente ingiustificato): “La situazione rischia di andare fuori controllo”, “la popolazione non è tranquilla”… Se ne esagerano i numeri numeri, senza mai specificare quanti realmente siano e usando espressioni come “essere sotto assedio” e simili, dando loro senza alcuna preoccupazione di coerenza colpe che non hanno (mica possono difendersi, no?).

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Immagine tratta da https://www.facebook.com/ScienzeNaturali

Soluzioni? Informarsi, documentarsi, non cedere alle banalizzazioni e alle esagerazioni dell’opinione pubblica, spesso come detto indirizzata da interessi economici e lobbies di potere. In poche parole, cultura ed educazione all’ambiente.

Se poi vogliamo andare più a fondo e guardare il numero di specie che la nostra presenza sul pianeta ha fatto estinguere o portato sulla soglia dell’estinzione, nessun dubbio su quale sia l’animale più letale della Terra. Citando il racconto La sentinella di Fredric Brown: “creature troppo schifose, con solo due braccia e due gambe, quella pelle d’un bianco nauseante e senza squame…”

 

Prof. Gip. Barbatus – Foto di apertura tratta da Pixabay.com (in Common Creative Licence)

©Tutti i diritti relativi al testo sono riservati, proprietà di Animal Trip

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