CERVO Cervus elaphus – schede

Il cervo (Cervus elaphus) è l’ungulato più grosso presente in Italia ed in generale uno dei mammiferi più grandi del nostro territorio. Può raggiungere i 200 kg e presenta un forte dismorfismo sessuale: una delle caratteristiche appannaggio esclusivamente dei maschi sono i palchi ramificati che cadono intorno a febbraio-marzo, per poi ricrescere in primavera, raggiungendo le dimensioni definitive in estate, pronti per gli amori di inizio autunno. Il manto è differente a seconda delle stagioni, in estate ha un colore rosso-brunastro mentre quello invernale tende al grigio-bruno con pelame più lungo e folto.

Specie diffusa in buona parte d’Italia, aveva conosciuto un considerevole decremento per la caccia e la riduzione dei boschi a metà del secolo scorso. È stata in seguito reintrodotta ed è migrata spontaneamente ed ora il suo areale risulta piuttosto esteso ed occupa tutte le Alpi e la catena degli appennini da dove si è spinto fino alle zone di pianura.

Di preferenza in origine frequentava zone boschive con presenza di radure e boscaglia poco fitta, generalmente in contesto di pianure e bassa collina. In seguito alla pressione umana si è però spinto in aree di montagna. Attualmente frequenta diverse tipologie di habitat in numerosi ambienti ai quali si è adattato con successo. Necessita di acqua e vastità dell’area con poco disturbo antropico.

Ruminante, pascolatore generalista, adattabile a seconda dell’habitat e delle risorse presenti e delle stagioni, si nutre di un’ampia varietà di specie vegetali, siano esse erbacee, arbustive o arboree. Durante il periodo invernale, cortecce, arbusti secchi, foglie e rovi costituiscono la base della dieta

Gruppi separati tra i due sessi, quello femminile normalmente composto da femmine adulte, dai piccoli e da femmine (sottile) e/o maschi (fusoni) molto giovani; i maschi formano gruppetti dai tre anni di età in su. In genere attivo al crepuscolo e per la notte fino alla prime luci dell’alba, si ritira in zone tranquille durante il giorno, in passato si presume fosse di abitudine più diurne.

Durante il periodo riproduttivo, tra settembre ed ottobre, i maschi raggiungono le zone abitate dalle femmine e cercano di conquistare e difendere da altri conspecifici il gruppo di femmine (harem) attraverso una serie di azioni ritualizzate che servono a stabilire il maschio dominante. Quest’ultimo, attraverso comportamenti ritualizzati che prevedono comunicazione visiva, olfattiva ed acustica, difende ed allontana altri maschi e quando una femmina è in estro si accoppia. La gestazione dura in media 33-34 settimane. Al termine di tale periodo, la femmina si isola sia dal gruppo che dal piccolo nato l’anno precedente mettendo al mondo il nuovo cerbiatto tra maggio e giugno.

Uno degli aspetti più caratteristici è il cosiddetto bramito, verso emesso dai maschi, che serve per comunicare la propria presenza ad altri individui di entrambi i sessi. è una specie di carta di identità di ogni maschio in questo periodo, in modo che i rivali ne conoscono lo status. La forza e la potenza del bramito dipendono dall’età, dalla stazza dell’animale e dal suo stato di salute

Alla fine della stagione degli amori, ad ottobre inoltrato, i maschi abbandonano i gruppi femminili.

Foto e testo di Massimo Pizzetti

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