Nella Camargue italiana: le valli di Comacchio

paesaggio

E’ difficile da credere per chi trascorre placidamente le giornate sui Lidi ferraresi che a soli pochissimi km di distanza vi sia un’ampia zona umida tra le più importanti d’Europa: il maestoso delta del Po (qualcosa in merito vi abbiamo già raccontato nel bel diario di Marco). Tra i palazzoni vista mare cresciuti come funghi negli anni d’oro dell’edilizia popolare, tra i bagni dai nomi che sanno di passato, tra le edicole che vendono per pochi euro sogni economici a bambini e famiglie e i minimarket dagli oggetti di plastica multicolore, è invece possibile concedersi una fuga naturalisticamente affascinante. Diverse le opzioni: in autonomia, esplorando ad esempio gli estremi della riviera dei Lidi, Lido di Spina da un alto e Lido di Volano dall’altro, oppure vagando semplicemente lungo gli argini dei canali, oppure ancora affidandosi ad una agenzia locale. Noi abbiamo scelto questa terza opzione, contattando PO DELTA TOURISM, www.podeltatourism.it, tel. 0533 81302. Molti i tour offerti, alcuni più mirati all’aspetto naturalistico, altri al territorio e alla eno-gastronomia. L’efficienza e la precisione di PO DELTA TOURISM ci hanno convinto di aver fatto la scelta giusta e per una volta decidiamo di trattarci bene, prenotando un tour esclusivo, ovvero una barca solo per noi. Il costo è più alto, ma potremo godere senza fretta del silenzio degli argini e dei canali, del lento sciabordio dell’acqua sulla chiglia, del volo dei numerosi uccelli. Il sogno naturalmente è quello dell’avvistamento straordinario, dell’accidentale che nessuno si aspetta che ti fissa dall’argine a pochi passi da te, insomma quello che tutti i birdwatchers bramano.

Il ritrovo è per le 17.00 presso il ristorante Bettolino di Foce, a Comacchio, sede di PO DELTA TOURISM. Il ristorante è molto suggestivo, completamente immerso nel delta, con un affaccio proprio sulle valli di Comacchio. Prima ancora di partire avvistiamo alcuni cavalieri d’Italia (Himantopus himantopus) che camminano nei chiari limitrofi insieme ad alcuni piro piro boscherecci (Tringa glareola), tra voli di gabbiani comuni (Chroicocephalus ridibundus) e reali (Larus michahellis), questi ultimi decisamente invadenti (ne avremo conferma ulteriore successivamente).

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Siamo in anticipo, ci spingiamo poco oltre il ristorante, superiamo un edificio in muratura tinto di giallo, percorriamo un breve tratto di argine ed eccoli: i fenicotteri (Phoenicopterus roseus)! Sono loro le vere star delle valli di Comacchio! Da quando alla fine degli anni Novanta hanno cominciato a giungere i primi individui, giovani in cerca di nuovi spazi, probabilmente proprio dalla Camargue, sono diventati i protagonisti assoluti del turismo naturalistico della regione. Hanno trovato condizioni ideali e la colonia è cresciuta in modo esponenziale. Oggi sono moltissimi e tutto lascia credere che la grandezza della colonia aumenterà ancora.

Scattiamo qualche foto e torniamo verso il ristorante. Siamo pronti per partire. Ci raggiunge la nostra guida, Dario, uno dei responsabili di PO DELTA TOURISM, che si dimostrerà molto competente e appassionato. Ci accompagnerà in barca lungo i canali e visiteremo alcune strutture e insediamenti da sempre dedicati alla pesca delle anguille, l’oro di queste terre. Prima di imbarcarci, percorriamo una delle trappole per anguille fino ad avere una ampia vista sulle valli. Incredibile, migliaia di uccelli sostano sulle spiagge: gabbiani, garzette (Egretta garzetta), aironi bianchi e cinerini (Ardea alba e cinerea), alcuni lontani limicoli, impressionante.

vari

Cerchiamo avidamente qualche rarità, speriamo nell’airone schistaceo (Egretta gularis) (avvistato nelle saline proprio in quei giorni), ma non si mostra.

Finalmente partiamo e le nostre aspettative non vengono tradite. Un ambiente palustre di rara bellezza, acqua salmastra ovunque, la vegetazione sugli argini dei canali che si apre sui chiari nascosti, numerosi uccelli che ci osservano sorpresi prima di spiccare il volo. Sono soprattutto gabbiani, garzette ed aironi ma non mancano, meno frequenti, sterne (Sterna hirundo), cavalieri d’Italia, avocette (Recurvirostra avosetta) e un lontano chiurlo (Numenius arquata). Ad ogni chiaro rimaniamo con il fiato sospeso e talvolta si scorgono alcuni fenicotteri isolati o giovani cavalieri d’Italia più confidenti.

airone argine

Ad un tratto avvistiamo una serie di pali emergenti dall’acqua che sono diventati un perfetto posatoio per cormorani (Phalacrocorax carbo) e marangoni minori (Microcarbo pygmeus). Una lunga fila di sagome scure, dall’aspetto più feroce i primi, più dolce i secondi.

Facciamo una sosta per visitare le strutture che ospitavano i pescatori di anguille (le anguille sono animali incredibili, la cui vita è tuttora avvolta nel mistero, non si sa neppure dove si riproducano prima di fare ritorno nelle proprie acque natie). Oggi però i signori del luogo sono sicuramente i gabbiani reali, che hanno scelto questo lembo di terra come area di nidificazione. Sono molti e molto aggressivi, difendono il territorio volando fino a sfiorare gli intrusi. Ci osservano lanciando striduli urli. Non siamo sicuramente i benvenuti.

reali

Proprio dalla finestra di uno degli edifici scorgiamo un gruppo di piovanelli comuni (Calidris ferruginea), nella loro elegante colorazione rossiccia, che tranquillamente continuano a cercare prede nell’acqua ignorandoci.

piovanelli

Ma è ora di iniziare il ritorno, la barca corre sull’acqua, l’aria rinfresca e gabbiani, aironi e garzette sembrano adesso quasi ignorarci. La bellezza dei luoghi, l’armonia tra l’elemento antropico e quello naturale ci accompagnano. E’ ora di ritornare ai Lidi, agli spaghetti alle vongole, al fritto misto…

Prof. Gip. Barbatus

Foto di Camilla Pozzi

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