Diari – Wild Basilicata: nelle terre estreme del Sud d’Italia

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Nibbio Reale

La Basilicata è una terra antica. Calpestata, fin dagli albori della civiltà, prima dall’uomo del paleolitico e in seguito dai primi popoli italici, divenne colonia greca e poi avamposto romano nelle guerre puniche, quindi razziata dalle incursioni saracene, rifugio dei monaci basiliani, dominata da Normanni, Svevi, Angioini e Borbone, regno dei briganti, intrisa di povertà e cuore della questione meridionale. Oggi con Matera Capitale Europea della Cultura 2019 uno spiraglio di luce sembra aprirsi attorno al triste fato che ha da sempre accompagnato questa regione. La mancanza di infrastrutture la rende di difficile accesso al turista occasionale, ma soprattutto agli investitori e alle grandi aziende che preferiscono sfruttarla fino quasi a soffocarla senza nulla creare, senza lasciare traccia positiva, ma solo un grande punto interrogativo sulla nostra salute e sul nostro futuro. Noi siamo i giovani che una volta terminati gli studi universitari, sparsi per lo stivale, spesso facciamo fatica a tornare nei nostri paesi di origine, se non per le vacanze a trovare la vecchia generazione di parenti che ancora risiede in loco.

Paradossalmente la cattiva gestione della regione ha contribuito assieme alla conformazione del territorio, a tratti parecchio inospitale per l’essere umano, a renderla una delle regioni più belle d’Italia da un punto di vista naturalistico e paesaggistico, quasi una terra inesplorata. Difatti qui la natura è ancora predominante.

La Basilicata ospita nel suo territorio undici aree protette, di cui due parchi nazionali, il Pollino e l’Appenino Lucano, due parchi regionali (Parco naturale di Gallipoli Cognato-Piccole Dolomiti Lucane e Parco Archeologico Storico Naturale delle Chiese Rupestri del Materano) e sette riserve naturali regionali.

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Cicogna nera

Dalle vette innevate del Massiccio del Pollino, che ha una altezza di 2267 metri s.l. m., del Monte Sirino (2000 metri circa) e del Monte Alpi (1900), si passa rapidamente ai paesaggi lunari e desertici dei calanchi di Aliano, alle valli dell’Agri, del Sinni, del Bradano e del Basento, fino alla spiagge sabbiose del metapontino che si affacciano sul Mar Ionio, oppure a quelle vulcaniche e cristalline del Tirreno a Maratea. Tutto ciò contribuisce a creare un clima estremamente diversificato in tutto il territorio.

La biodiversità che ne consegue non ha nulla da invidiare a posti di darwiniana memoria.

_DSC0431(2)Nel regno vegetale sono tantissime le specie rare che vi possiamo trovare. Ne sono rappresentanza i pini loricati del Pollino e le numerosissime specie di orchidee selvatiche (nella foto Ophrys Tenthredinifera), ibridi e specie forse ancora sconosciute, presenti soprattutto nell’area appenninica di centro regione e nella Valle dell’Agri.

Tra gli animali, è netta e oramai invasiva, soprattutto per i malcapitati agricoltori, la presenza del cinghiale. Qui ha trovato l’habitat perfetto di fitta boscaglia mediterranea dove proliferare a dismisura. Infatti neanche il lupo, presente sul territorio ma limitato in un certo numero di elementi prestabilito per ordine naturale di controllo territoriale, riesce ad arginare il fenomeno. Si possono poi incontrare splendidi esemplari di volpe rossa, la rara lontra sopravvive lungo i nostri talora arsi corsi d’acqua, vivono nei nostri boschi l’ancor più raro ed elusivo gatto selvatico, il capriolo, il cervo nobile, la donnola, la puzzola, la faina, la martora, il tasso, il driomio (piccolo gliride presente solo sulle Alpi orientali del Massiccio del Pollino), l’istrice e lo scoiattolo nero, specie di recente classificazione. Tra i pesci troviamo trote e carpe nei tratti più a monte dei torrenti. Tra gli anfibi non è raro imbattersi nella rana italica, nel rospo smeraldino, nel tritone italiano, nella salamandra dagli occhiali, mentre tra i rettili si segnalano la testuggine palustre, il cervone, il saettone, il biacco e la vipera Aspis hugyi che si contraddistingue per lo splendido dorso quasi decorato a larghi rombi. Gli insetti per la vastità dell’argomento meriterebbero un capitolo a parte.

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Averla Piccola

Ma la Basilicata è soprattutto caratterizzata da una avifauna rara e numerosa. Passeriformi di ogni tipo sorvolano il territorio: averla piccola, averla capirossa, balestruccio, ballerina bianca, ballerina gialla, capinera, cardellino, cinciallegra, cincia bigia, codibugnolo, codirosso spazzacamino, culbianco, culbianco isabellino, fringuello comune, lui piccolo, merlo comune, occhiocotto, passero comune, pettirosso, picchio muratore, picchio rosso maggiore, mezzano e minore, picchio verde, rampichino, regolo,  rigogolo, rondine comune, rondine di montagna, scricciolo, tordo sassello, tordo bottaccio, verdone, verzellino, zigolo giallo, zigolo nero.

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Falco Grillaio

La regina del bosco invernale è sicuramente la beccaccia. Il beccaccino abita le zone palustri. In queste ultime, quali ad esempio l’Oasi Bosco Pantano di Policoro, le zone del Metapontino e il lago Pantano di Pignola, si possono trovare airone cinerino, airone bianco maggiore, airone rosso, egretta garzetta, martin pescatore, vari anatidi e falco di palude. Degni di nota upupe e gruccioni nella stagione estiva. Importantissima è anche la presenza in regione delle due specie di cicogne europee: la bianca, diffusa sul territorio, e la rara cicogna nera (più volte abbiamo osservato nel nido la presenza di due o più piccoli). Quest’ultima nidifica in Lucania durante la bella stagione. È difatti possibile ammirare una coppia nel Parco Gallipoli-Cognato e un’altra nel Parco Nazionale Appennino Lucano. I corvidi sono senz’altro la famiglia numericamente più rappresentata, con corvo comune, cornacchia grigia, gazza ladra, ghiandaia comune ma soprattutto due eccellenti rappresentanti come la ghiandaia marina e il corvo imperiale, abitante delle desolate pareti rocciose soprattutto del Parco dell’Appennino Lucano.

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Ghiandaia Marina e Nibbio Bruno

La Basilicata è però soprattutto il regno incontrastato dei rapaci. L’aquila reale è stata spesso avvistata nella zona del Pollino. La città di Matera ospita una delle più grandi colonie estive di falco grillaio d’Europa. Ma è soprattutto la zona del Parco Nazionale dell’Appenino Lucano ad accoglierne la più vasta biodiversità. In particolare è il confine orientale del Parco, rappresentato, tra gli altri, dai territori del Comune di Gallicchio a fungere da habitat ideale per i rapaci. Strapiombi, rupi, anfratti rocciosi che si lanciano nel vuoto per centinaia di metri, il letto del fiume Agri, boschi incontaminati e vasti altipiani fanno da cornice al magnifico spettacolo che il volteggiare di questi maestosi animali ci offre._VIN6506

L’ultima coppia selvatica di capovaccaio dell’Italia peninsulare nidifica e si riproduce, da sempre, proprio nel territorio gallichiese, per poi far ritorno in Africa nel periodo invernale. Lo scorso anno due piccoli si sono involati lasciando senza fiato noi appassionati volontari dei “Custodi del Capovaccaio”.

Ogni mattina uno stormo di giganti dell’aria si alza in volo sfruttando le termiche: i grifoni. Delle vere e proprie nuvole di nibbi reali e bruni (sono stati avvistati anche gruppi di sessanta elementi) spesso si avventano sulle carcasse di cinghiali o animali domestici, periti per le più svariate cause. Altra specie rarissima nidificante nei nostri costoni è quella del falco lanario. Falco pellegrino, sparviero, gheppio e poiana sono alla costante ricerca di colombacci, piccoli rettili e roditori.

_VIN1248(3)Numerosi esemplari di maestose aquile dei serpenti (in foto) fanno capolino già dalla tarda primavera e vanno a caccia nelle radure degli altipiani. È invece saltuaria la presenza di falco di palude, pecchiaiolo, aquila minore (un avvistamento documentato nel 2017). Ancora da confermare purtroppo l’avvistamento dell’avvoltoio monaco di cui non abbiamo evidenze oggettive. Sono presenti anche rapaci notturni come la civetta, il barbagianni, l’assiolo, l’allocco e il gufo reale.

Come in tutti i paesini dell’Italia interna anche qui si mangia benissimo e la gente è molto cordiale ed accogliente. Se avete voglia di rilassarvi e godervi lo spettacolo di questa natura incontaminata e selvaggia venite in questo piccolo angolo di paradiso immerso in una terra senza tempo. Per info e contatti: https://icustodidelcapovaccaio.com; www.prolocogallicchio.it; vincenzotorzullo@tiscali.it.

Testo e foto di Vincenzo Torzullo

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Un commento

  1. […] La Basilicata è una terra antica. Calpestata, fin dagli albori della civiltà, prima dall’uomo del paleolitico e in seguito dai primi popoli italici, divenne colonia greca e poi avamposto romano nelle guerre puniche, quindi razziata dalle incursioni saracene, rifugio dei monaci basiliani, dominata da Normanni, Svevi, Angioini e Borbone, regno dei briganti, intrisa di povertà e cuore della questione meridionale. Continua a leggere l’articolo su Animal Trip. […]

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