Vogliamo parlarvi questa volta di un libro particolare, un libro davvero non per tutti: Latino per birdwatcher di Roger Lederer e Carol Burr (in traduzione italiana di Carlo Violani per i tipi di Guido Tommasi editore, 2015).
Il volume è costituito dall’analisi dell’origine e del significato di oltre 3000 nomi scientifici latini di specie di uccelli, in rigoroso ordine alfabetico. Nessuna preferenza, nessuna classifica, nessuna gerarchia.
Dalla riflessione etimologica sui singoli binomi linneani (i duplici nomi in latino ideati dal naturalista svedese Carlo Linneo che identificano in modo univoco in tutto il mondo genere e specie) scaturiscono illuminanti rivelazioni per birdwatchers curiosi di andare oltre alla sola gara a chi avvista più specie.
Così, ad esempio, un nome apparentemente impronunciabile e impossibile da imparare a memoria come Anas platyrhynchos (il comunissimo germano reale) diventerà all’improvviso familiare se scopriamo che Anas sono le anatre di superficie (profondamente differenti dalle anatre tuffatrici Aythya) e che platyrhynchos altro non significa che “dal becco piatto”.
Oppure finalmente capiremo perché il passero solitario (Monticola solitarius) sia più simile al codirossone (Monticola saxatilis) che non al passero domestico (Passer italiae o domesticus), per quanto comunemente siano entrambi chiamati passeri.
Altro motivo di interesse del volume sono i profili dei generi (quanti di noi conoscevano il genere Melanerpes, il più ricco fra i 30 di picchi?), gli approfondimenti (becchi, colori, penne, canti…) e le schede dedicate ai grandi ornitologi del passato (per le cui vite e i cui successi è lecito provare talora un po’ di sana invidia).
In tempi di twiching selvaggio (paradossalmente talvolta verrebbe voglia di fotografare più le colonie di birdwatcher assiepati in attesa della “preda” che la preda stessa), di esche e stratagemmi per attirare gli uccelli (e gli animali in generale) pur di strappare una foto artificiosamente eccezionale, di esasperata caccia alla rarità a discapito anche di comportamenti responsabili che tutelino in primis la natura nel suo insieme, forse almeno ogni tanto varrebbe la pena prendere fiato e fermarsi a riflettere anche su tassonomie e nomi.
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