Ritratti di merlo acquaiolo

È lui il vero protagonista di questa stagione di birdwatching, il merlo acquaiolo (Cinclus cinclus), il signore dei fiumi. Non particolarmente raro almeno nel Nord Italia, se si ha la fortuna di sapere dove trovarlo si possono godere senza particolari precauzioni – nel massimo rispetto dell’animale ovviamente – le sue straordinarie evoluzioni in acqua. Nidifica infatti (un nido di pagliuzze e muschio fuori dall’acqua, a forma di cupola) lungo corsi d’acqua poco profondi ma a scorrimento veloce, con massi idonei come posatoi, in aree non inevitabilmente poco frequentate (ad esempio in provincia di Varese nei numerosi fiumi del luinese è ospite frequente e gradito, altrettanto in VCO, Verbano-Cusio-Ossola, dove sono state scattate queste immagini).

Merlo acquaiolo “in salto”

Il merlo acquaiolo è un incredibile nuotatore, si immerge tra i flutti per catturare piccoli invertebrati acquatici e nuota sott’acqua usando le ali. È addirittura in grado di nuotare sul fondo, aiutato dalle ossa dello scheletro eccezionalmente pesanti. È un fantastico “bagnante invernale”, che affronta ghiaccio e neve in acqua in tutta serenità.

Merlo acquaiolo in immersione

Quanto a fotografarlo… beh… è un altro discorso. Veloce, imprevedibile, in continuo movimento, non è un soggetto particolarmente facile. Per questo abbiamo chiesto aiuto all’amico Mario Monfrini, che ci ha regalato alcuni suoi straordinari scatti che hanno saputo cogliere alcuni momenti “intimi” della vita di questo meraviglioso cinclide.

Merlo acquaiolo in alimentazione, dopo la cattura di un piccolo invertebrato

Questi sono i dati tecnici:

ATTREZZATURA UTILIZZATA:

400MM F 2.8 GM SONY

CORPO MACCHINA : SONY A1

PER ALCUNE FOTO HO USATO IL MOLTIPLICATORE 1,4X

PONCHO MIMETICO

Vestiti tecnici altamente impermeabili con scarponcini di provata impermeabilità.

BREVE DESCRIZIONE DELLE TECNICA UTILIZZATA

Ogni appassionato di montagna e di fauna alpina avrà sicuramente notato dei punti in un torrente in cui il merlo acquaiolo preferisce alimentarsi. Da un punto di vista fotografico per ottenere foto apprezzabili, è fondamentale poter raggiungere il letto del fiume e trovare una sponda idonea per potersi sdraiare, in modo tale da poter scattare con un punto di ripresa ottimale.

Anche tramite l’uso di poncho mimetico o teli mimetici sconsiglio vivamente di posizionarsi nelle vicinanze del nido per evitare qualsiasi disturbo, bisogna saper osservare i punti preferiti dal cinclide per alimentarsi e mettersi in quelle zone.

Una volta trovato il punto idoneo, che dovrà tenere conto anche della posizione del sole e di eventuale disturbo di passanti, si indossa il poncho mimetico e si raggiunge nel modo più furtivo possibile.

Io sono convinto che il punto di fuga di questa specie sia piuttosto relativo, individui che frequentano tratti di torrente nei pressi di strade e sentieri affollati sono più abituati al disturbo antropico e probabilmente hanno distanze di fuga minori.

Indipendentemente da questo, il posizionarsi vicino a una sua zona prediletta di alimentazione con su il telo mimetico e stando sdraiati in rigoroso silenzio è una tecnica che sicuramente ripaga a patto di saper aspettare.

Gli scatti che vedete sono fatti a una distanza variabile ma per alcuni, in particolare quelli fatti senza moltiplicatore, il soggetto era veramente vicino (meno di 3 metri). La cosa interessante è che il soggetto era inizialmente a 10 metri e che durante la sua fase trofica si è avvicinato spontaneamente, incurante della mia presenza.

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