Tra laghi e fiumi dell’alta Lombardia: le terre del Pian di Spagna

Nonostante l’instabilità meteorologica, nonostante l’imprevedibile passaggio dai primi caldi a precipitazioni anche intense, le temperature in ascesa di questi primi giorni di maggio invogliano a tuffarsi nella natura. La stagione è ancora ottima per il birdwatching, le osservazioni interessanti non mancano, e così decidiamo per una meta molto nota ma che non abbiamo mai visitato: la Riserva naturale di Pian di Spagna e del lago di Mezzola.

Il Pian di Spagna è costituito da una piccola pianura alluvionale, i detriti trasportati nel tempo dall’Adda, posta alla confluenza della Valtellina e della Valchiavenna, tra il Lago di Mezzola e la porzione più settentrionale del Lago di Como.

È stata istituita Riserva Naturale nel 1983 allo scopo di assicurare un ambiente idoneo alla sosta e alla nidificazione dell’avifauna migratoria e di tutelare e mantenere le peculiari caratteristiche naturali e paesaggistiche della zona.

Dal Pian di Spagna hanno origine tre gruppi montuosi: a nord-ovest le Alpi Lepontine con il versante roccioso del Monte Berlinghera (1930 m) che sembra tuffarsi nel Lago di Mezzola, a nord-est le Alpi Retiche con le cime granitiche che fanno da contorno alla Valle dei Ratti e alla Val Codera e con la cima squadrata del Sasso Manduino (2888 m); a sud la lunga catena delle Alpi Orobiche, con lo scenografico versante nord del Monte Legnone(2609 m).

Per quanto la pressione antropica non sia trascurabile – il Pian di Spagna è circondato da strade anche trafficate –, paesaggisticamente la piana che tende al Lago di Mezzola, e che termina con i canneti che danno sul lago, ha in questa stagione un fascino davvero particolare,  ma molti altri sono gli scorci naturalistici di grande impatto.

Il sito della Riserva consiglia alcuni itinerari, non facile scegliere per noi che non conosciamo la zona:

Alla fine propendiamo per affrontare il percorso naturalistico Nord e quindi parcheggiamo lungo la ferrovia in località Baletrone, nei pressi di Nuova Olonio, da dove con facilità si raggiunge il sentiero, ben segnalato. È importante non allontanarsi dai sentieri segnati – come ricordano numerosi cartelli – per non recare disturbo all’avifauna e (veniamo a scoprire da due simpaticissime residenti) anche a una numerosa popolazione di cervi che popola il Pian di Spagna. Scopriamo anche in loco che alcune aree del Pian di Spagna sono visitabili solo con l’accompagnamento di una guida professionista, forse per evitare eccessivo afflusso incontrollato. In realtà, sarà il tempo incerto, sarà la stagione, non incontriamo molti escursionisti né fotografi… e ci godiamo la solitudine essenziale per sperare di avvistare qualche selvatico.

Dopo poche centinaia di metri di sentiero, scorgiamo una lunga passerella di legno che sembra passare tra alcuni piccoli stagni, ci avviciniamo ma purtroppo l’area è chiusa… e, a giudicare dallo stato delle infrastrutture, non da poco tempo. Peccato, sembra molto interessante. Nel frattempo il gracidare delle rane accompagna i nostri passi, sono le piccole rane verdi minori (Pelophylax esculentus) che quasi invisibili per la straordinaria capacità mimetica si tuffano nell’acqua.

Continuiamo a procedere, gli spazi aperti interrotti dai primi canneti regalano suggestivi paesaggi, una coppia di culbianchi (Oenanthe oenanthe) ci vola poco lontano. L’assordante canto dei cannareccioni è ovunque (Acrocephalus arundinaceus), ma non ne scorgiamo neanche uno.

E poi… rapaci, tanti rapaci!

Nibbi bruni (Milvus migrans), uno sparviere (Accipiter nisus), gheppi in caccia (Falco tinnunculus) che aspettano sospesi in spirito santo una preda, per poi picchiare a catturarla.

Ma anche poiane (Buteo buteo), nibbi reali (Milvus milvus), un lontano falco di palude (Circus aeruginosus)… uno spettacolo.

E mentre siamo concentrati con lo sguardo rivolto in alto, a seguire traiettorie disegnate nel cielo, planate e picchiate… dal nulla alle nostre spalle transita un enorme branco di cervi, con molti giovani. Uno spettacolo incredibile, saranno almeno un centinaio di individui, forse più. Per nulla intimoriti (siamo decisamente lontani), alcuni guardano nella nostra direzione e con grande tranquillità continuano il proprio cammino. Siamo esterrefatti, solo in Abruzzo – nel paradiso del Parco Nazionale d’Abruzzo e Molise – ci era capitato di vedere branchi di questa entità.

La prima domanda che sorge in noi, passato l’entusiasmo per questo straordinario avvistamento, è se una presenza così numerosa possa essere sostenibile (evidentemente la domanda non ce la poniamo solo noi, piano di conservazione e gestione dei cervi del Pian di Spagna)

Soddisfatti da una mattinata di eccezionali avvistamenti, ci concediamo una pausa in un vicino ristorante, La piota. Non ci risparmiamo nemmeno a tavola, sciatt, gnocchetti e pizzoccheri sono una tentazione troppo forte, Braulio.. e si riparte.

Proviamo un altro itinerario, parcheggiamo al Ponte del Passo e costeggiamo un tratto di Adda… qualche avvistamento di avifauna acquatica: lontani aironi in volo (Ardea alba e cinerea), svassi maggiori ancora in abito (Podiceps cristatus), un lontano moriglione (Aythya ferina), qualche folaga (Fulica atra), tra i canneti un maschio di migliarino di palude (Emberiza schoeniclus), niente di paragonabile alla mattinata comunque.

Come ultimo tentativo percorriamo la ciclabile verso Valchiavenna che costeggia il Pian di Sagna: paesaggisticamente molto interessante, i colori dei canneti, l’acqua che compare e scompare, il verde macchiato dai fiori. Lontano un gruppo di cormorani riposa al sole su un’isola di rocce affioranti.

Ci fermiamo qualche minuto a guardarli, poi anche noi riprendiamo la strada verso casa… davvero un animal trip riuscito!

Testo Prof. Gip. Barbatus

Foto Ale Zoc e Max Gaini

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