Il nibbio bianco (Elanus caeruleus) è un piccolo rapace diurno della famiglia degli Accipitridi, noto prevalentemente per la sua capacità di rimanere sospeso a mezz’aria al di sopra delle praterie aperte, proprio come fanno i più piccoli gheppi (Falco tinnunculus).
Non è una specie migratrice, ma può effettuare brevi spostamenti in risposta alle condizioni stagionali.

È una specie diffusa prevalentemente nei territori aperti e nelle aree semidesertiche dell’Africa sub-sahariana e dell’Asia tropicale, ma una parte del suo areale si estende anche in Europa, in Spagna e Portogallo e sembra si stia espandendo nell’Europa meridionale e, forse, nell’Asia occidentale.
Sulla piattaforma http://www.ornitho.it le segnalazioni finora accertate della specie per l’Italia ammontano a 378 (a partire dal 1902) e riguardano prevalentemente la zona pedemontana e ambiti paludosi della Pianura Padana, le Marche e l’Abruzzo. A dicembre del 2017 un esemplare ha lungamente sostato presso la Sacca degli Scardovari a Porto Tolle (RO), nel Delta del Po. Altre segnalazioni per l’inizio del 2018 riguardano il vercellese e le Valli di Mirandola.
Nell’ultima parte del 2021, invece, un esemplare di questo magnifico rapace ha deciso di stabilirsi in Maremma, girandola un po’ tutta, generando così entusiasmo e stupore fra appassionati, ornitologi e fotografi che se lo sono trovato davanti. Inizialmente si è pensato ad una breve “gita fuori porta”, erratica, di un giovane della popolazione spagnola, ma questa sosta si è prolungata per svariati mesi, all’incirca da ottobre a gennaio, divenendo così un vero e proprio svernamento.
La notizia, ovviamente, da quando una prima foto del nibbio bianco è apparsa sui forum e sui social, ha scatenato grande entusiasmo e una caccia fotografica di dimensioni davvero notevoli, un vero e proprio pellegrinaggio nella nostra terra: la Maremma.

Birdwatchers, ornitologi, studiosi e fotografi naturalistici sono arrivati giorno dopo giorno, inseguendo questo povero esemplare, che tuttavia si è dimostrato abbastanza tollerante al traffico continuo di macchine e persone, ma anche infastidito da alcuni comportamenti.
Pisa, Torino, Roma, Lucca, Viareggio, Treviso, Milano, Firenze, Siena, Napoli… queste sono solo alcune delle città di provenienza delle persone incontrate ma, come è facilmente intuibile, non tutte le persone arrivate si sono dimostrate debitamente rispettose dell’ambiente e della sua fauna: macchine sopra gli argini del fiume per cercare di arrivare più vicino al rapace, inseguimenti irruenti per tentare di catturare l’attimo fuggente, camminate sotto i suoi posatoi per cercare di anticiparlo, schiamazzi a tutte le ore solo per portarsi a casa uno scatto migliore degli altri.
Il piccolo parcheggio della riserva si è presto trovato sommerso da oltre 20 auto al giorno e 60 persone a piedi, con cannocchiali, binocoli e macchine fotografiche al seguito… devo dire che comunque il nibbio bianco ha fatto contenti molti rendendosi particolarmente visibile e fotogenico.
La cosa che mi fa sorridere, dopo le situazioni sopradescritte e documentate anche con foto, è che, forse per invidia, sono stato personalmente accusato di aver disturbato l’esemplare per fare le foto che ho fatto. Non è così, le mie foto sono state scattate da dentro l’auto, nel massimo rispetto del soggetto che mi si è concesso spesso, avvicinandosi alla mia postazione (sono i vantaggi di chi è di casa in Maremma e conosce il territorio).

Se tutto ciò ha sicuramente contribuito ad alimentare la visibilità della Maremma – e questo è sicuramente positivo – e forse ha costituito un incentivo alla conoscenza di questa splendida e rara specie, ci auguriamo un rispetto ed un’etica più consapevole da parte di tutti, affinché altre occasioni simili possano in futuro ripetersi.
Trovo molto interessante questo articolo.
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