Diari – Viaggio tra l’avifauna di Lanzarote, l’isola di fuoco

Lanzarote è una landa desertica, senza fonti d’acqua ed alberi. L’isola, come tutte quelle dell’arcipelago spagnolo delle Canarie, ha origine vulcanica, il vento incessante non permette la crescita di alberi e l’agricoltura deve fare i conti con la mancanza d’acqua. Nonostante le premesse, e con grande sorpresa, si scopre un mondo unico e ricco di biodiversità. Le specie endemiche non mancano, anche se gli equilibri dell’isola sono continuamente minacciati dalle attività umane. Nel 1993, grazie all’impegno dell’artista locale César Manrique, l’isola è stata dichiarata dall’Unesco “Riserva Mondiale della Biosfera”.

Arrivare a Lanzarote è abbastanza semplice, è una località molto turistica e le compagnie aeree propongono voli diretti e sufficientemente economici. L’aeroporto è situato più o meno al centro dell’isola, nella capitale di Arrecife. Le strade sono rettilinee per cui è molto semplice percorrere i 60 km di lunghezza massima dell’isola in tempi brevi.

Vista la vicinanza all’equatore e all’Africa sahariana è possibile visitare Lanzarote in qualsiasi periodo dell’anno. Le specie simbolo dell’isola sono stanziali, per cui, con un adeguata conoscenza, è molto probabile incontrarle, ma se si vogliono osservare specie diverse, il periodo delle migrazioni è quello più consigliato (inizio primavera ed autunno).

Ubara africana

Nonostante l’ambiente brullo, gli habitat e i paesaggi sono alquanto variegati. Si passa dalle bellissime spiagge bianche del sud fino alle spiagge di sabbia nera nel nord. Quando la sabbia vulcanica incontra la sabbia bianca si assiste ad uno spettacolo unico e meraviglioso.

Lungo queste spiagge è facile trovare scogli di roccia vulcanica che affiorano al termine della battigia. È in questo ecosistema (a seconda della marea) che è possibile osservare un numero impressionante di limicoli: voltapietre, piovanelli tridattili, fratini, corrieri grossi, chiurli piccoli, pantane, pittime minori e tanti altri (dipende molto dalla stagione).

Ma è nel deserto che l’isola dà il massimo dello spettacolo. Lontano dal caos del turismo, il deserto offre degli scorci paesaggistici di assoluta bellezza. Qui è possibile trovare l’animale simbolo dell’isola, l’ubara africana (Chlamydotis undulata). Quella delle Canarie, ormai presente solo a Lanzarote e Forteventura, è la sottospecie fuertaventurae che è un po’ più piccola della specie nominale. Altro uccello particolare da avvistare nel deserto è sicuramente il corrione biondo, che fa del mimetismo il suo punto di forza. Molto comune è l’occhione che, come l’ubara e il corrione biondo, nidifica a terra, per cui l’unica difesa per i piccoli è il mimetismo (e le eventuali strategie di depistamento che i genitori possono mettere in atto). Non ci sono grossi predatori, ma è facile osservare i corvi imperiali frequentare lo stesso habitat in cerca di piccoli e uova.

Corrione biondo

I pochi spazi verdi delle cittadine sono invece degli ottimi punti di attrazione per la moltitudine di passeri che è possibile osservare.

La pispola di Berthelot, endemica dell’isola, è onnipresente ed è possibile incontrarla dalle spiagge fin sui crateri vulcanici.

Pispola di Berthelot

Altro passeriforme molto comune è l’averla maggiore meridionale. Alle Canarie è presente la sottospecie endemica koenigi. Un comportamento tipico dell’averla è quello di “impalare” le sue prede sulle spine o il filo spinato per potersene cibare con tranquillità successivamente.

Averla maggiore meridionale

Vista la latitudine è possibile, con molta facilità, osservare trombettieri, fanelli, cinciarelle africane, calandrelle e sterpazzole, specie molto abbondanti su tutta l’isola.

Il Parco Nazionale del Timanfaya, situato al centro dell’isola, è la principale attrazione turistica. La zona è stata interessata dall’eruzione del 1730 che per 6 anni ha modellato e cambiato tutto il paesaggio dell’isola. Sembra di essere su un pianeta deserto ma se si osserva bene è possibile vedere come la vita si stia riappropriando di questo inospitale spazio. Licheni e piante pioniere la fanno da padrone. Tra i crateri vulcanici nidifica il capovaccaio, il piccolo avvoltoio del vecchio mondo, che nel caso delle Canarie è la sottospecie majorensis che rappresenta un caso di gigantismo insulare, pesando in media 2,4 kg rispetto agli 1,9 kg dei cugini spagnoli.

Nella parte nord dell’Isola, le falesie di roccia vulcanica che si affacciano sul mare sono l’habitat ideale per osservare diverse specie di rapaci come il falco pellegrino, il falcone di Barberia ed il falco della regina.

A parte gli uccelli, l’isola ha alcuni interessanti endemismi; tra i rettili abbiamo la lucertola atlantica e l’elusiva tarantola delle Canarie Orientali (è un piccolo sauro), mentre tra i mammiferi l’unico endemico è il toporagno delle Canarie. È possibile imbattersi però nel simpaticissimo riccio algerino e nel coniglio selvatico. Per cacciare i conigli si usa tradizionalmente un cane endemico, il podenco canario, che sembra risalire addirittura all’antico cane rappresentato nelle tombe egizie.

Podenco canario

L’isola che ho descritto è sicuramente lontana da quella del turismo di massa per cui è conosciuta ma vale sicuramente la pena fare un viaggio nella wilderness di Lanzarote per scoprire un ecosistema unico e delicato.

Per tutti gli animaltrippers che desiderano vivere questa o altre esperienze fotografiche in giro per il mondo, potete contattarmi direttamente sul sito Wildperegrine.com o seguirci sul gruppo Facebook https://www.facebook.com/groups/wildperegrine/

Testo e foto di Pasquale Sannino
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