Diari – Uganda: il paradiso dei primati

Osservare i gorilla di montagna nel loro ambiente è una delle esperienze naturalistiche più appaganti che si possano ancora fare. Le foreste in cui questi incredibili primati sopravvivono (non ne esistono in natura che poco più di mille, nessuno in cattività) si estendono tra Ruanda, Repubblica Democratica del Congo e Uganda. La foresta impenetrabile di Bwindi, in Uganda, in particolare, è il luogo dove è più facile, organizzandosi con ampio anticipo, avere accesso a questa unica, anche se faticosa, esperienza.

La ricerca dei gorilla di montagna, scortati dai ranger del parco, inizia infatti la mattina molto presto e può protrarsi anche per diverse ore, durante le quali si attraversano ripidi pendii e sentieri non tracciati, spesso sotto la pioggia che, in questo luogo di rigogliosa biodiversità, è un evento molto frequente.

Nel mio caso, dopo circa tre ore di marcia dall’ingresso di Rushaga, nella parte sud orientale del parco, raggiungo la famiglia Bikyngi, uno dei pochi gruppi di gorilla presenti in quest’area per cui è consentita la cosiddetta habituation experience, una permanenza più lunga rispetto a quella standard di un’ora presso un gruppo non ancora del tutto assuefatto alla presenza dell’uomo e quindi non ancora pronto per il tracking ordinario.

Per quattro ore sono stato timido spettatore (e per un caso fortuito solitario a parte i ranger del parco) del meraviglioso spettacolo della quotidianità di questi giganti gentili dallo sguardo intenso e troppo umano, dei loro giochi, della ricerca del cibo e delle reciproche attenzioni che si riservano.

Le foreste dell’Uganda riservano anche incredibili incontri con molti altri primati difficili da osservare altrove, come gli scimpanzè nella foresta di Kibale, i cercopitechi dorati nella foresta di Mghainga, i cercopitechi di Brazzà, le scimmie di Hoest, oltre a svariati colobi.

L’organizzazione di un viaggio in Uganda alla ricerca dei primati deve necessariamente iniziare almeno un anno prima, per la difficoltà di ottenere i permessi (necessariamente limitati) nei periodi a più intenso flusso turistico, preferibilmente tramite un’agenzia locale che possa organizzare anche i trasferimenti e in tal modo ottimizzare i tempi (personalmente mi sono trovato bene con Gorilla Tours Ltd). L’attrezzatura fotografica non può che essere costituita da macchine che reggano gli alti iso e dagli obiettivi più luminosi possibili (ottimale uno zoom 70-200 f2.8), il tutto senza lesinare in batterie e copertura antipioggia per attrezzatura e zaino.

Forse faticoso… ma indimenticabile! Fidatevi!

Testo e foto di Alessandro Castellano
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