Esistono ancora sulle nostre Alpi alcune (purtroppo poche) aree incontaminate, dove la natura non è stata violata e dove ancora si può godere della straordinaria biodiversità che il territorio alpino sa offrire. Una di queste è sicuramente Il Vallone delle Cime Bianche, di Courtod o Courthoud, in Val d’Ayas, Valle d’Aosta, diversi km quadrati separati dalla vicina Valtournenche da possenti picchi di tremila metri. Dominato dalle sue tre iconiche cime, il Vallone sino ad oggi si è conservato praticamente intatto, seppur circondato da diversi impianti di risalita.

Uno scatto di Francesco Sisti che ritrae i tre picchi che dominano il Vallone
Il Vallone, per i suoi riconosciuti pregi naturalistici, fa parte della Zona di protezione speciale “Ambienti Glaciali del Gruppo del Monte Rosa” (IT1204220), integrata nella rete europea NATURA 2000, ed è protetto normativamente a diversi livelli. Inoltre è stato segnalato dalla Società Botanica Italiana tra i biotopi di “rilevante interesse vegetazionale e meritevoli di conservazione”.

Un esempio della sorprendente biodiversità presente nel Vallone (foto di Francesco Sisti)
Purtroppo però, per quanto incredibile, oggi tutto ciò non è più sufficiente a garantirne l’incolumità: sin dal 2015 vi si vorrebbe far passare attraverso un devastante collegamento funiviario che ne altererebbe per sempre l’aspetto e il valore ambientale, sacrificando tanta bellezza sull’altare dello sci su pista, sempre avido di nuovi spazi a quote più elevate.
Nonostante l’opposizione di privati, comitati e associazioni, il progetto sta procedendo e il momento decisivo per una scelta definitiva di destinazione dell’area si sta avvicinando.
In quanto amanti della natura incontaminata e animaltrippers non possiamo che manifestare tutta la nostra contrarietà all’ennesimo sacrificio giustificato solo in nome del dio denaro e pertanto appoggiamo e appoggeremo tutte le iniziative che mirano ad ostacolare la realizzazione di impianti di risalita che deturperebbero in modo irreversibile un territorio di straordinario interesse naturalistico (come abbiamo fatto per una analoga situazione nelle Valli dell’Ossola che per fortuna sembra essersi risolta definitivamente).

Un giovane stambecco (Capra ibex) tra le rocce del Vallone (foto di Francesco Sisti)
Tra queste iniziative segnaliamo in particolare il progetto fotografico di conservazione “L’ULTIMO VALLONE SELVAGGIO. In difesa delle Cime Bianche” che Annamaria Gremmo (medico biellese e fotografa di natura), Francesco Sisti (fotografo e co-fondatore dell’agenzia fotografica Clickalps) e Marco Soggetto (project manager biellese, appassionato di fotografia e fondatore del sito Varasc.it) stanno instancabilmente portando avanti da tanti anni per informare l’opinione pubblica sul pericolo che corre il Vallone.
A tal proposito ricordiamo che la petizione internazionale aperta a tutti, lanciata dal progetto fotografico “L’ULTIMO VALLONE SELVAGGIO. In difesa delle Cime Bianche” nel febbraio 2020, ha superato le 19.000 firme certificate:
https://chng.it/L4YqDb4t.
E’ stata appena lanciata inoltre una raccolta fondi sulla piattaforma Produzioni dal Basso per reperire risorse per la difesa del Vallone, anche in sede legale: https://sostieni.link/33853.

Infine è stata annunciata per il 5 agosto 2023 a Saint Jacques (Val d’Ayas) la terza edizione de “UNA SALITA PER IL VALLONE”, evento che negli scorsi due anni ha visto una grande ed appassionata partecipazione da parte di associazioni, sezioni del Club Alpino, nonché singoli cittadini accorsi da dentro e fuori Valle per manifestare a favore del Vallone.
Per aggiornamenti in tempo reale e approfondimenti potete consultare il sito http://www.varasc.it/getpage.aspx?id=4219 e la relativa pagina FACEBOOK https://www.facebook.com/varas.
Insieme possiamo farcela!