Interviste – Faccia a faccia con Marco Mastrorilli, il re dei gufologi italiani

Marco Mastrorilli con in un mano uno dei suoi libri a cui è più legato, “Sybilla”

Da diverso tempo avevamo voglia di fare una bella chiacchierata con quello che a tutti gli effetti è stato ed è il maggior promotore in Italia di un nuovo modo di approcciarsi ai rapaci notturni, con rigore scientifico ma anche con passione. Gufi, civette, barbagiani, assiuoli… l’entusiasmo di Marco per queste splendide creature è trascinante e… finalmente eccolo qui su Animal Trip!

Ciao Marco, presentati ai nostri lettori, chi sei, cosa fai, le tue passioni… anche in questo periodo di lockdown e immediato post-lockdown

Un saluto, anzi un gufociao a tutti i lettori di questo splendido blog. La mia vita è legata con un sottile, ma saldo filo ad un magico mondo, che da secoli è avvolto nel mistero, popolato da creature che hanno trasformato la notte e l’oscurità in un vantaggio per la loro esistenza. I protagonisti di questa storia e della mia vita sono i rapaci notturni, con i quali ho avuto incontri magici, emozionanti, struggenti, ma sempre ipnotici, capaci di trasmettermi emozioni profonde. 

Una civetta, foto di Andrea Daina Palermo

Sono definito ormai da diversi anni con il termine singolare di “gufologo”, e in questi ultimi 30 anni della mia vita mi sono dedicato a progetti di monitoraggio e conservazione, attività di divulgazione, creazione di eventi, scrittura di ben 23 libri. Ho portato in Italia un evento internazionale (e ne curo ogni biennio la realizzazione) – la Notte Europea della Civetta -, organizzo il Festival dei gufi che forse raccoglie l’essenza del mio progetto divulgativo, ma ho organizzato anche convegni scientifici e progetti naturalistici, come il sentiero dei gufi in Val di Susa, il primo sentiero al mondo progettato e dedicato ai rapaci notturni.

Sono una guida ambientale e nel tempo ho accompagnato oltre 12 mila persone in visite notturne per vedere e ascoltare i gufi liberi in natura, tanto che sono arrivato a coniare il termine di owlwatching, l’osservazione dei rapaci notturni liberi in natura. 

Nel tempo ho mutato la mia visione passando da un approccio scientifico di ricerca sul campo (che persiste ancora, se pur in misura minore) al desiderio di trasmettere le mie conoscenze, le mie scoperte ed emozioni, attraverso un percorso di divulgazione con molteplici attività legate ai predatori della notte. 

In questo periodo appena trascorso di lockdown i gufi, ancora una volta, mi hanno salvato la vita. Dopo i primi 20 giorni di assoluta virusfobia rispetto al Covid-19 che ha prodotto migliaia di morti oltre a un senso di paura e angoscia, si è venuta a creare una strana ed alchemica reazione che ha capovolto tutto. Ho reagito realizzando delle dirette sul mio canale Gufotube, iniziate quasi per scherzo e che si sono invece trasformate in un appuntamento fisso che ha generato una vera e forte community, che mi ha dato grande energia e, a giudicare dalle centinaia di messaggi, ne ha trasferita anche a molti di coloro che mi seguono.

Ora che si riparte con un lento e cauto ritorno alla vita normale porterò l’owlwatching in giro per l’Italia, anzi vi aggiornerò per alcune iniziative e date di particolare interesse. 

Barbagianni in attesa, foto di Carmelo Milluzzo

Tra le tue iniziative, un posto importante occupa sicuramente il citato Festival dei gufi, un evento che sta diventando un punto assoluto di riferimento per gli amanti della natura in Italia e dei rapaci notturni in particolare. Raccontaci da dove è nato tutto, come la cosa è cresciuta, cosa state diventando

Il Festival dei gufi è nato dall’idea e dal desiderio di far conoscere i gufi al più vasto pubblico possibile. Oggi il Festival dei gufi è un marchio registrato, in alcune edizioni baciate dal bel tempo ha superato i 25 mila visitatori in soli due giorni. Questo lo consacra di fatto ad essere, ad oggi, l’evento legato alla fauna selvatica più grande in Europa ed è l’evento sui rapaci notturni più grande al mondo. 

Partito da piccolo evento nel 2007, ha saputo mantenere la filosofia con la quale lo avevo pensato e immaginato ma nel tempo, senza mai snaturarsi, è riuscito a crescere divenendo una manifestazione davvero molto articolata, con mostre fotografiche, di pittura e scultura, conferenze, convegni, uscite notturne per vedere i gufi, una sezione di mercatini per i collezionisti di gufi e civette con oggetti in ogni tipo di materiale creato da artigiani e artisti giunti da ogni parte d’Europa. Il mio desiderio di trasformare il Festival dei gufi in un grande contenitore, per divulgare anche ai più piccoli, ha quasi naturalmente fatto nascere la sezione Gufolandia dedicata ai bambini.

Il successo di questo evento va condiviso sicuramente con le mie due socie Stefania e Alice, senza le quali non sarei mai arrivato a questi risultati. Ciò mi ha permesso nel 2015 di essere invitato in America, in Minnesota, per ricevere il riconoscimento come miglior esperto mondiale di gufi e di entrare nella speciale World Owl Hall of Fame che annovera i più grandi esperti di tutto il mondo. 

Ho realizzato un vero sogno. 

Marco “in ascolto”

Progetti futuri, conseguenze del lockdown permettendo? Come il virus si traduce nella vita di un gufologo? 

Il virus mi ha toccato nel profondo e penso abbia accelerato un personale processo di trasformazione, iniziato già prima, almeno due anni fa, e forse l’evoluzione attuale mi ha permesso di vedere il mondo con occhi diversi. Tutto ciò si è tradotto nel desiderio di arrivare un livello superiore di comunicazione, ovvero unire alla divulgazione scientifica un messaggio di conservazione del nostro Pianeta, sempre nel limite oggettivo delle proprie capacità e dei propri limiti. Questo percorso è partito con uno dei miei libri di maggior successo, Sybilla l’odissea di una bottiglia di plastica, seguito lo scorso anno da un libro e una mostra presentati al Festival dei gufi 2019, ovvero “SOS Gufo delle nevi”. 

Barbagianni in volo, foto di Carmelo Milluzzo

Quest’anno invece ho ultimato un libro-inchiesta, frutto di un lavoro di oltre 10 mesi, che mi ha portato a scrivere assieme a Raffaella Maniero un volume davvero particolare dove ci siamo impegnati a palesare le storture del mercato illegale dei gufi e di altri animali selvatici. A breve, inoltre, uscirà un nuovo libro, una favola che parla di un barbagianni australiano.

Amore per i rapaci notturni (hai anche scritto una interessantissima guida per Ricca editore su questo tema) ma amore anche per la scrittura, quindi.

Libri e gufi sono per me passioni equivalenti. Amo scrivere, leggere e persino curare la stampa e grafica dei libri, quando è possibile. Pertanto, questa connessione gufi e libri si è trasformata in un lavoro, visto che in questi 30 anni di passione “gufesca” ho scritto 23 libri con 11 editori diversi. E, come detto, il prossimo sarà una favola che narra la storia di un Barbagianni fuligginoso che quasi paradossalmente si ritrova un nome davvero curioso… un barbagianni color cenere che nel corso del 2019 in Australia a causa degli incendi ha perso il 45% del suo habitat in un solo anno! 

Amo i libri, amo lo stile di Hemingway, del quale colleziono anche i libri, alcuni classici come il Moby Dick di Melville, amo la scrittura, tanto che colleziono macchine da scrivere (quelle di Hemingway e non solo) e penne stilografiche. 

Adoro surfare sulla carta con inchiostri, scrivendo ancora a mano macchiandomi le dita di blu o di nero, anche se ovvio i libri sono tutti scritti con l’inseparabile Mac.

La passione deriva dal fatto che amo narrare storie e scriverle è più facile che raccontarle a voce, anche se da poco ho creato un canale podcast chiamato Gufospeaker che si affianca al mio canale YouTube che ha quasi 5 mila iscritti e si chiama GUFOTUBE, sempre per rimanere in tema.

Marco ad una presentazione

Cosa consigli a chi voglia avvicinarsi allo studio e all’osservazione dei rapaci notturni? Come è possibile incontrare, nel massimo rispetto, questi animali in natura?

A prescindere dal fatto di amare i gufi, le civette o altri animali, consiglio sempre a tutti una sola cosa: lasciarsi guidare dal cuore. Se ami qualcosa credici, non smettere mai di sognare. I gufi poi sono animali davvero poco studiati, nel 2003 ho fondato il GIC (Gruppo Italiano Civette), sono passati 17 anni e, nonostante le molte iniziative portate avanti, non sono ancora riuscito a diffondere questo benefico virus, ovvero la gufite, che da oltre 30 anni mi fa studiare, osservare e raccontare la vita segreta dei gufi. 

Per poter avvicinare un rapace notturno ci sono diversi metodi, in base alla specie, il playback ad esempio, ma sempre è importante che ci sia il giusto approccio etico e la conoscenza tecnica di quello che andiamo a compiere.

Civetta in volo con preda, foto di Andrea Daina Palermo

 A volte qualcuno mi chiede se lanciare richiami di notte può disturbare, la risposta sta sempre nell’equilibrio delle nostre azioni, (e guardando anche alle interazioni tra specie diverse, ad esempio ci sono studi che mostrano che il canto dell’allocco inibisce le attività notturne delle arvicole). 

Pertanto, se usciamo di notte dobbiamo porci la domanda se quello che facciamo può recare disturbo. Solo la conoscenza e un approccio etico corretto, evita implicazioni pericolose. 

Quali sono i tuoi rapaci notturni preferiti? Raccontaci qualche aneddoto

Da ragazzino sognavo un giorno di esplorare l’Amazzonia e studiare il giaguaro. Un celebrale ricongiungimento con una immagine idealizzata di una sorta di avventuriero che ricordava anche una delle mie letture preferite di fumetti, ovvero Mister No, un eroe anticonvenzionale che gironzolava con il suo Piper nelle foreste amazzoniche. Poi, nella mia vita reale, da naturalista adulto, la passione verso i rapaci notturni mi ha permesso di trovare nuovi animali totem che ormai mi accompagnano da decenni: i gufi e le civette appunto.

I rapaci notturni sono parte della mia vita e tra questi è ovvio che ho le mie preferenze e tra le 10 specie che popolano il nostro Paese la mia eletta, divina tra i pennuti della notte, è la civetta (Athene noctua).

Giovani civette, foto di Andrea Daina Palermo

Il fatto che sia stata in antichità l’icona della più prestigiosa delle divinità greche, ovvero Atena, dea della saggezza, del commercio nonché figlia di Zeus, il signore dell’Olimpo, ha generato in me un senso di distacco, idealizzandolo come un animale quasi superiore agli altri notturni. Ma questo fantasioso sangue blu della civetta non inganna il mio approccio scientifico e rigoroso, riportandomi subito con i piedi per terra. E quindi vi racconto un aneddoto. 

All’inizio della mia carriera ornitologica stavo compiendo un censimento che faceva parte del mio progetto scientifico chiamato Progetto Strigiformi Città di Bergamo per la LIPU di Bergamo, del quale ero delegato a soli 20 anni, era il 1999.

Era un censimento urbano e quindi particolare, perché con le uscite notturne e i richiami registrati si tentava di stimolarne le risposte, ma la parte di città alta, scrigno di cultura e magistrali paesaggi architettonici, che di notte sembrano prendere una forma tridimensionale ancora più coinvolgente, era popolata da giovani turisti e quindi come poter compiere un censimento?

Mi inventai allora delle uscite notturne comprese tra l’una di notte e le sei di mattina.

Quelle uscite mi regalarono incontri magici, quello più emozionante fu con una civetta che rispose in Piazza Vecchia con un canto alle 3 di notte. In una piazza vuota, silente, il suo canto echeggiò rimbalzando sui muri di secoli di storia e ancora oggi quel ricordo mi emoziona.

In realtà ogni volta che incontro un rapace notturno vivo l’esperienza con grande trepidazione. Penso che la mia persistenza nello studiare questi animali sia legata al fatto che dopo 30 anni riescono ancora a sorprendermi. Un animal trip che continua, credo ormai per la vita. 

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