La fine di giugno porta con sé un’ondata di calore eccezionale sul Nord Italia, in pianura e nelle città si boccheggia letteralmente, soffocati dall’umidità. Anche in quota non va meglio, lo zero termico ha superato eccezionalmente i 5000 metri. Decidiamo comunque che vale la pena tentare e scegliamo l’itinerario ad anello che porta al Passo della Rossa (2474 mslm) in Alpe Devero, con rientro dal passo di Crampiolo o Grampielpass (2553 mslm) scendendo dalla Valdeserta. L’escursione, per trekkers esperti, non è particolarmente lunga (circa 14 km) ma, nonostante non ci siano punti di particolare pericolo, alcuni tratti devono essere percorsi con attenzione, soprattutto nella discesa.
Partiamo presto, in modo da avere le scarpe da trekking ai piedi almeno qualche minuto prima delle 8. La giornata è soleggiata ma non tersa, crema solare, cappello e via. Abbiamo letto di avvistamenti non rari di aquile (Aquila chrysaetos) reali e gipeti (Gypaetus barbatus), incrociamo le dita.
Dopo aver parcheggiato a pagamento in Devero (1631 mslm), iniziamo a salire verso il paesino, che attraversiamo passando sul ponticello, verso la piana di Crampiolo. Ben presto però ci lasciamo a destra la strada che prosegue per Crampiolo e troviamo le indicazioni per il passo della Rossa. Mucche, ragazzi che lavorano, siamo in settimana e fortunatamente c’è pochissima gente sui sentieri. il sentiero è ben tracciato (segnavia bianco-rosso) e in pochi minuti arriviamo in un alpeggio.

La piana di Crampiolo vista dal sentiero che sale ai Piani della Rossa
Superate le ultime baite ci teniamo sulla sinistra e, seguendo il torrente della Rossa, in circa un’ora (sono 400 metri di dislivello su sentieri non difficili) raggiungiamo la prima meta: i Piani della Rossa (2050 mslm).
Qui, in un’ambiente già molto spettacolare, tra acqua abbondante e rigogliosissimo rabarbaro alpino (Rumex alpinus), nei pressi di un grande masso si trovano le indicazioni per il Passo della Rossa. Si sale, lasciandosi alla destra una suggestiva distesa di rocce rosse, e facendo un traverso sulla costa e poi girando a sinistra si arriva davanti ad un piccolo massiccio roccioso che può essere agevolmente superato grazie ad una scala in ferro e una catena. Nessuna difficoltà, la scaletta semplicemente risolve un passaggio che diversamente potrebbe essere ostico.

La scaletta che permette di superare agevolmente un passaggio ripido (sullo sfondo le prime rocce rosse)
Superate la scala e la catena in ferro, restano da fare un piccolo traverso e ancora qualche metro di dislivello per raggiungere il piano che porta al passo. Arrivati sul piano bisogna tenersi sulla sinistra fino a raggiungere un piccolo lago e si prosegue seguendo gli ometti e i segnavia (onnipresenti, preziosissimi e molto evidenti), fino a raggiungere il passo della Rossa a quota 2474 mt.

La particolare colorazione delle rocce rende il paesaggio estremamente suggestivo
Lo scenario è spettacolare, una conca di rocce ed acqua che sembra fuori dal tempo. Sempre seguendo gli omini di pietra – e con una certa lentezza – si attraversa questo paesaggio da “Viaggio al centro della Terra”.

Panorama in prossimità del Passo della Rossa
Ben visibili dal passo il lago di Geisspfadsee e Zuesse poco metri sotto. Dal Passo della Rossa poi procediamo per il passo di Crampiolo o Grampielpass facendo un lungo traverso sulla costa destra della montagna, passando sotto il Grampielhorn e risalendo di alcuni metri. C’è ancora qualche piccolo nevaio, con cautela lo attraversiamo e in uno dei questi, in un passaggio non semplicissimo, troviamo diversi escrementi di gallo forcello (Lyrurus tetrix). Purtroppo del gallo forcello nessuna traccia… Continuiamo lentamente e finalmente eccoci al passo, dominato da un grande omino di pietra.

Il passo di Crampiolo o Grampielpass
Ci affacciamo e dall’alto guardiamo sotto di noi l’infinita pietraia della Valdeserta, uno spettacolo indimenticabile dal punto di vista geologico. Siamo nel regno del serpentino, rocce verdi che, contenendo ossido di ferro, a contatto con gli agenti atmosferici assumono una caratteristica colorazione rossastra. Non resta che affrontare la non banale discesa, una vasta pietraia a volte instabile con alcuni resistenti nevai.

Un nevaio in Valdeserta da affrontare durante la discesa
Proprio durante l’attraversamento di un nevaio consistente, vediamo stagliarsi due enormi corna: è un bellissimo maschio adulto di stambecco (Capra ibex), e poco distanti, scorgiamo anche due giovani esemplari.

Le imponenti corna di un maschio adulto e due giovani esemplari di stambecco
Mentre i giovani subito si allontanano, il maschio dalle grandi corna ci osserva imperturbabile (gli stambecchi adulti – in questa stagione stanno cambiando il pelo e quindi si vedono spesso “grattarsi” – non sono particolarmente “timidi”, soprattutto gli adulti, e se non vengono disturbati rimangono immobili.

Pigramente, quasi controvoglia, il maschio adulto si sposta di pochi metri (si vede in foto molto bene il cambio del pelo in corso)
Proseguiamo senza disturbare gli animali e continuiamo a saltare da una roccia all’altra, tra colori incredibili e licheni. In un passaggio piuttosto ostico il sentiero ci è sbarrato da un giovane maschio di stambecco. Aspettiamo che si sposti, ci avviciniamo cautamente ma non otteniamo altro che uno sguardo incuriosito. A questo punto cambiamo strada noi, affrontiamo un piccolo nevaio e scendiamo.

Un quarto stambecco ci guarda incuriosito
Ogni tanto guardiamo in cielo ma grandi rapaci purtroppo non ne vediamo. Finalmente finisce la pietraia, sentiamo qualche marmotta (Marmota marmota) fischiare e raggiungiamo, dopo una breve pausa pranzo, il Lago di Codelago. Da qui si raggiunge in poco tempo e su sentiero facile Crampiolo ( 1767 mt. ), pausa birra – piacevolissima, in un contesto da fiaba, ma ahinoi non economica – ed infine da Crampiolo si scende a Devero.
Testo: Prof. Gip. Barbatus
Foto: Ivan Vania
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