Buongiorno Andrea, finalmente questo lungo progetto sulla civetta a cui lavori da anni si è concretizzato, il libro c’è. E il risultato ci sembra davvero ottimo (non avevamo dubbi, data la qualità delle tue fotografie di rapaci notturni che avevamo già potuto apprezzare qui su Animal Trip sia per quanto riguarda la civetta che il gufo). Sei soddisfatto?
Sì, sono molto soddisfatto del risultato finale, anche se, come puoi immaginare, è difficile rispondere in modo obiettivo a questa domanda. Vedere le prime pagine stampate è stato emozionante. Ogni fotografia all’interno di questo libro rappresenta un ricordo, e poter condividere con altre persone il mio progetto mi rende molto felice. Ringrazio l’editore, Libero Middei, per aver reso possibile tutto questo. Credere in una storia eseguita a pochi passi da casa non è cosa scontata, soprattutto quando l’ultima pubblicazione di Quercuslibris Edizioni, Out of the Blue, di Bruno D’Amicis, Marco Colombo e Ugo Mellone, racconta del mammifero più a rischio di estinzione del nostro continente: la foca monaca. Il volume Athena. Sulle tracce di una piccola dea è disponibile nei principali store online, presso l’editore e contattando l’autore.

Scene di vita quotidiana: la difficile condivisione di una preda
Raccontaci da dove è partita l’idea, come si è poi evoluta… fino ad arrivare all’incontro tra le tue fotografie e i testi di Francesca Buoninconti, un nome importante nella divulgazione scientifica del nostro Paese.
Il primo incontro con Athena (la civetta protagonista del libro) è stata una folgorazione; però, oltre alla curiosità iniziale, ho capito che poteva nascere un lavoro più strutturato, qualcosa che non fosse soltanto una descrizione didascalica della vita della civetta. Mi stimolava l’idea di osservare un animale molto comune, ma al tempo stesso elusivo. La sua presenza è appena percepita, e molte persone non sanno di vivere a stretto contatto con questo strigide. In un’epoca dove esisti soltanto se appari, ho provato a raccontare questa storia ambientata nei dintorni del paese dove vivo. Collaborare con una divulgatrice del calibro di Francesca è stata una grossa opportunità. I suoi testi hanno reso il libro più completo e autorevole, colmando gli spazi lasciati inevitabilmente vuoti dalle fotografie.

Una civetta colta in un momento “intimo”: la pulizia del piumaggio
Come hai strutturato il volume? Quali aspetti della vita delle civette hai cercato maggiormente di analizzare?
Il libro è suddiviso in quattro parti, ognuna delle quali racconta le tappe di avvicinamento necessarie per documentare la vita di questo animale. Ogni capitolo inizia con un mio testo, una piccola storia “dal campo”. Le fotografie e i testi di Francesca, in seguito, approfondiscono l’argomento. Gli aspetti che ho cercato di evidenziare erano inizialmente focalizzati sui punti di contatto tra la civetta e l’uomo: le criticità dovute all’attività antropica e la resilienza di una specie che, se si manifestano certe condizioni, riesce a trarne un’opportunità. Mentre osservavo la vita di questo splendido strigide, ho cambiato la mia idea sulla tutela della biodiversità: diciamo che ora è meno antropocentrica.

Un difficile scatto ambientato di civetta con preda, in condizioni critiche di luce
A quali scatti sei più affezionato? Perché? Quali ti sono costati più lavoro?
È facile rispondere a questa domanda: certamente quello della copertina. Quando ho rivisto lo scatto sul display della fotocamera, ho capito che mi sarei affezionato a questa fotografia. Non so il perché fino in fondo, però non è soltanto una questione estetica. Ci sono momenti in cui tutto sembra allinearsi e le cose accadono. Comunque ce ne sono anche tanti altri. Dopo tanti anni passati con una specie, è facile avere bei ricordi. Gli scatti più impegnativi, invece, sono senza dubbio quelli ambientati. Contestualizzare un animale così sfuggente e di modeste dimensioni non è stato semplice. Il rischio era di non avere una grossa varietà di immagini. Quando mi era possibile, usavo l’obiettivo grandangolare. Ricordo una notte passata sdraiato a terra, con circa 30/40 metri di cavo per lo scatto remoto. In quel momento, ritrarre una civetta con la luce naturale e un mare di stelle come sfondo mi sembrava una buona idea.

Un esemplare di civetta letteralmente ad occhi spalancati tra due gazze
Hai scelto un soggetto meraviglioso ma purtroppo non amato da tutti. Sembra assurdo ma ancora la civetta è circondata da miti e superstizioni. Credi che il tuo lavoro possa in qualche modo portare una conoscenza migliore di questo rapace notturno al pubblico e in qualche modo migliorarne la “fama”?
Per fortuna, oggi la situazione è molto migliorata; le superstizioni legate al passato stanno via via scomparendo. Ci sono però nuove insidie. I rapaci notturni hanno caratteristiche uniche nel regno animale, non lasciano indifferente lo spettatore. Vedere una civetta o qualsiasi altro notturno a pochi metri di distanza è un’esperienza unica. Spettacoli dal vivo e, soprattutto, i film generano mode poco etiche. Non è facile gestirli come animali da compagnia.
D’altronde, i nostri parchi pubblici sono la dimostrazione di tante scelte sbagliate. I rilasci di specie aliene, nella migliore delle ipotesi allevate in cattività, sono una realtà con cui dobbiamo fare i conti.
Non so quanto impatto possa avere un progetto del genere. Sulla civetta e gli altri rapaci notturni è stato pubblicato molto. Naturalmente Quercuslibris Edizioni, casa editrice sensibile alle tematiche ambientali, e la firma di Francesca Buoninconti nei testi scientifici vanno nella direzione di creare qualcosa che non sia soltanto un libro fotografico.
Come stai promuovendo il tuo lavoro? Hai già qualche nuova idea?
Il libro è stato presentato ufficialmente il 18 dicembre scorso al Teatro Ordigno di Vada, in provincia di Livorno. Per i prossimi mesi abbiamo già serate o eventi fissati, ed altri sono in fase di definizione.
Lavorando a questo progetto, mi sono imbattuto in situazioni che desidero maggiormente approfondire, tematiche sempre legate al mio territorio, fonte infinita di spunti e idee. Vi terrò sicuramente aggiornati! A presto!
Testo e foto di Andrea Daina Palermo
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