Uno sfarfallio nell’angolo più infangato del parabrezza attira la mia attenzione. È una scena che ho osservato migliaia di volte, ma come spesso capita non riesco a resistere. Accosto il fuoristrada ai margini del campo e senza distogliere lo sguardo cerco il binocolo nella sacca. Immobile, con il solo movimento frenetico delle ali, un maschio di gheppio scruta il terreno sottostante da un’altezza di 15 metri.
Ad un tratto una falce squarcia il cielo in verticale, il piccolo falchetto scompare in un mare verde. Il tempo è dilatato in certe situazioni, flashback di altri agguati prendono forma nei miei ricordi. Tutto questo mi fa venire in mente il gioco del LunaPark, la pesca con l’artiglio. Gli attacchi del gheppio (Falcus tinnunculus) non finiscono sempre con un successo, anche se sono molto più efficaci dei tentativi nell’iconica macchinetta del parco giochi.

Gheppio in volo
Ad un tratto riemerge, tra gli artigli intravedo una preda. Come in una radiografia, sulla coda dispiegata a ventaglio il controluce disegna la sagoma di un sauro, pochi battiti d’ali e scompare nel Sole.
Il gheppio è un piccolo funambolo pennuto, il suo volo in stallo è chiamato Spirito Santo. Da un immaginario bastione fatto d’aria, scruta il terreno in cerca di una preda; la sua dieta è composta da micromammiferi, rettili, anfibi, insetti, uccelli e lombrichi, un range piuttosto ampio.

Lo Spirito Santo del gheppio, sospeso in attesa del momento della picchiata
Rapace significa uccello di rapina, un modo tutto nostro per estrapolare e reinterpretare i meccanismi naturali, quasi sempre visti in modo negativo e fuorviante. Il piccolo falco, appartenente all’ordine dei Falconiformes, è il rapace diurno più numeroso al mondo, ovviamente nelle varie sottospecie. Molto comune nel nostro paese, presenza certa in campagna, non disdegna le zone periferiche e i parchi dei centri abitati.
Tutto questo è dovuto alla estrema adattabilità nella fase di nidificazione: vecchi nidi di corvidi, pareti rocciose, calanchi, cavità negli alberi, torri, campanili, edifici, ruderi, davanzali, tetti, tralicci, ripetitori ecc. Tutto ciò che offre una piccola nicchia, situata ad un’altezza a prova di predatore senza ali, può essere un buon posto per nidificare.

L’opportunismo dei gheppi permette loro di trovare siti di nidificazione e riproduzione talvolta sorprendenti
Una volta formata la coppia, in primavera la femmina rimane nei pressi del sito scelto il più possibile, evita possibili contese da parte di altri gheppi oppure altri uccelli che cercano le stesse caratteristiche “immobiliari”.
Vivendo in prossimità delle attività umane, non è difficile osservarlo da distanze molto ravvicinate. Una coppia è solita cacciare nel giardino pubblico di fronte la mia abitazione, ogni tanto la finestra di casa regala scene di natura selvaggia degne di un documentario.

Gheppio con preda
Non passa anno dove non concedano qualche scatto in situazioni o luoghi molto diversificati. Ricordo le albe e tramonti, nascosto nel campanile della Chiesa della mia cittadina, da una feritoia ho seguito, con molta discrezione, momenti intimi e delicati. Il maschio non aveva ancora la livrea da adulto e mostrava un piumaggio simile alla femmina. Solitamente coppie con uno o più individui inesperti non hanno tante possibilità di portare a termine la nidiata, ma in questo caso sono riusciti a far involare due piccoli delle quattro uova deposte. Giovani falchi che nelle prossime stagioni, se la Natura vuole, popoleranno ancora questi luoghi.

Le amorevoli cure di un adulto nei confronti di un pullo
Testo e foto di Andrea Daina Palermo
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