L’inverno, per un birdwatcher, è uno strano periodo: i transahariani sono partiti e non torneranno fino alla primavera, venendo in parte sostituiti dai migratori intrapaleartici che arrivano dal resto d’Europa per superare la brutta stagione in zone con un clima più mite e maggiori disponibilità trofiche. Un fenomeno che rende questo momento particolare sono i movimenti invasivi compiuti da certe specie, per molteplici e interconnesse ragioni, non ancora completamente comprese (eccesso di popolazione, scarsità di cibo, fenomeni metereologici); un buon esempio – ve le ricordate? – sono le gazze marine entrate nel Mediterraneo nell’inverno 2022-2023.
Tra le specie che più facilmente i birder e i fotografi associano a questa stagione ci sono di sicuro le strolaghe (Gaviidae). Loon (US) o Diver (UK) in inglese, sono una famiglia di uccelli acquatici tipici dell’emisfero settentrionale: si tratta di cinque specie che nidificano in laghi e stagni artici e subartici, mentre svernano lungo le coste e negli specchi d’acqua interni; in estate sono un tripudio di colori e riflessi, in inverno presentano un piumaggio spento e poco appariscente. In Italia solo la strolaga mezzana (Gavia arctica) e la strolaga minore (Gavia stellata) sono frequenti e discretamente numerose, mentre la strolaga maggiore (Gavia immer) – di cui parleremo oggi – è una presenza scarsa e la strolaga beccogiallo (Gavia adamsii) è accidentale.

Una coppia di strolaghe maggiori in abito
L’areale di nidificazione della strolaga maggiore è costituito da Islanda, Groenlandia, Canada ed Alaska, mentre in inverno si può trovare lungo le coste degli Stati Uniti, penisola scandinava, Isole Britanniche, Francia e Spagna (sull’Atlantico). Durante l’estate esibisce il suo piumaggio più bello: testa nera e iride rossa, collo con strie bianche, dorso bianco e nero a scacchiera; invece, nella stagione fredda, il colore di fondo è grigio scuro ed è necessario prestare attenzione a certi caratteri (becco a pugnale, semi-collare scuro alla base del collo, protuberanza sulla fronte) per distinguerla da esemplari “imbroglioni” di strolaga mezzana. In realtà, nonostante sia poco conosciuta dal grande pubblico, è quasi impossibile non averne sentito il verso almeno una volta nella propria vita, guardando un film o una serie tv (qui un approfondimento: https://www.youtube.com/watch?v=DVFBUIGfcJk).

Una strolaga maggiore durante la stagione invernale
I più informati lo avevano intuito (e sperato) già da novembre, quando in Austria e Germania si erano registrate centinaia di strolaghe mezzane, ma anche numeri più grandi del solito di strolaghe maggiori. Da lì, per arrivare fino in Italia, il passo era breve, e così è stato: prima osservazione l’11 novembre in Liguria e un progressivo incremento da lì in poi fino a dicembre-gennaio. Alla fine, la specie è stata segnalata in una quindicina di siti, distribuiti tra alto Adriatico, mar Ligure e Tirreno, laghi dell’Italia settentrionale, permettendo a decine di appassionati (sia fotografati che semplici osservatori) di ammirare questa meraviglia così insolita alle nostre latitudini.

La mappa degli avvistamenti italiani di strolaga maggiore avvenuti da novembre. Non è segnalata nessuna osservazione in Italia centro-meridionale
Testo di Niccolò Fagotto
Foto di Luca Boscain
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