Riflessioni – Uomini e grandi carnivori: una convivenza impossibile?

Di fronte dell’ennesima uccisione di un orso in Trentino, della polarizzazione delle posizioni tra due fronti incapaci di parlarsi (uno pro orsi e lupi, uno contro qualsiasi animale considerato pericoloso o addirittura disturbante – il gallo cedrone che infastidiva gli sciatori) e della spettacolarizzazione delle notizie da parte dei media che alimentano paura e fanatismo, crediamo che serva aprire uno spazio di riflessione e cercare una soluzione, che non può essere sempre la medesima. Per questo abbiamo chiesto una opinione all’amico Manuel di  Inerro.land che da tempo segue con attenzione l’evolversi della situazione

Mazu, Joze, Gasper, Kirka, Irma, Jurka, Vida, Brenta, Maya e Daniza. Questi nomi probabilmente non diranno assolutamente nulla ai più, eppure sono i nomi dei dieci orsi sloveni introdotti in Italia tra il 1999 e il 2002 nell’ambito del progetto Life Ursus.

D’altronde di orsi se n’è parlato poco in tutti questi anni: a parte la storia di Daniza nel 2014, uccisa durante un tentativo di cattura, quella di Papillon/M49, che fu capace di scappare per ben due volte dalla prigionia del Casteller, e altre sporadiche storie di qualche altro orso, su questi plantigradi è regnato un silenzio assoluto. A dire il vero, l’intero progetto Life Ursus sembra essere nato e continuato nel silenzio, visto che oggi i trentini si lamentano di essere stati obbligati a convivere con gli orsi, ma nessuno all’epoca si oppose: il progetto prese forma, ingenti somme di denaro furono versate dall’Europa a sostegno della reintroduzione, e l’orso fu addirittura usato come marketing dalla regione. Di orsi si è iniziato a parlare circa un anno fa, precisamente dal 5 aprile 2023 quando Andrea Papi fu “ucciso” dall’orsa Gaia/JJ4 nel bosco a duecento metri da casa. Da quel momento gli orsi sono diventati un problema; da quel momento i trentini si sono resi conto di avere gli orsi nei boschi; da quel momento gli avvistamenti di orsi confidenti, e quindi problematici, si sono moltiplicati, così come le loro predazioni: non passava giorno che non si parlasse di orsi (e di lupi, ma ci arriviamo dopo). In altre parole: gli orsi sono pericolosi, gli orsi sono un problema e vanno eliminati.

Su questo, il presidente della regione Maurizio Fugatti ha basato la propria campagna elettorale (dimenticandosi che, solo qualche anno prima, nel 2014, chiedeva le dimissioni di Rossi, allora presidente, per l’uccisione di Daniza), appoggiato dagli organi di informazione locali che hanno lanciato una campagna di demonizzazione dei grandi carnivori senza precedenti, diffondendo l’odio e il terrore tra la popolazione.

Come spesso accade in Italia, se non sempre, si sono venute a creare due fazioni contrapposte ed inamovibili, ferme sulle proprie ragioni: da una parte i trentini, adesso stufi di essere costretti a vivere nel terrore, chiusi in casa perché hanno l’orso in giardino (quegli stessi giardini che, ogni estate, affittano a milioni di turisti che, a quanto pare, a differenza dei trentini non hanno certo problemi o fobie a camminare nei boschi); dall’altra gli animalisti, le associazioni in primis, che chiedevano spiegazioni sul perché, in 25 anni di progetto, non si fosse fatto nulla per mettere in sicurezza la popolazione: nessuna informazione su regole comportamentali da tenere per una sana e pacifica convivenza; nessun radio-collare per monitorare gli spostamenti dei plantigradi e nessun mezzo di dissuasione messo in atto per evitare che gli orsi si avvicinassero ai centri abitati (pensate che i bidoni anti-orso vengono installati proprio in questi giorni). Anche la famiglia Papi, a dir il vero, si è scagliata contro la regione chiedendo le dimissioni di chi di dovere, responsabile della morte del figlio, giustificando, per quanto possibile, un orso che ha fatto solo l’orso. Carlo Papi, padre di Andrea, ha chiesto, più e più volte, non solo le scuse da parte della regione, ma soprattutto giustizia, come ha detto in una recente intervista: “Voglio solo giustizia, voglio che qualcuno ci metta la faccia. Andrea è stato un caso inaudito, mai accaduto prima. Lui non era un delinquente, non era nemmeno un runner, era uno sportivo e basta. L’orso ha fatto l’orso, la responsabilità è della politica”. Ma gli appelli della famiglia Papi sono rimasti inascoltati, troppo silenziosi nel continuo gridare dei mass media che continuavano a riportare giornalieri avvistamenti e predazioni, orsi e lupi sempre più confidenti a spasso nei centri abitati, con notizie così frequenti, e a volte molto allusive, da suscitare almeno qualche dubbio sulla loro veridicità.

Ma quando si cavalca un’onda, che sia politica o mediatica, se non entrambe, cosa importa? L’importante è continuare a parlarne, continuare a diffondere l’odio e la paura e, visto che ci siamo, perché non metterci dentro anche i lupi?

Per quanto riguarda quest’ultimi, la storia è molto diversa, nonostante poi la loro e quella degli orsi vada a convergere verso lo stesso destino: il loro sterminio voluto dalla politica trentina. I lupi, checché se ne pensi, non sono stati reintrodotti, dietro la loro diffusione non c’è nessuna lobby animalista che si sia intascata chissà quale cifra, né tantomeno sono stati lanciati dagli elicotteri nei boschi dell’Italia (sì, c’è gente che crede anche questo…): i lupi sono degli animali meravigliosi, dei predatori perfetti ed intelligenti che ristabiliscono e ottimizzano l’equilibrio naturale di un ecosistema e che si spostano, cercando nuovi territori di caccia, quando il loro numero diventa troppo elevato per una zona. Questo spiega la loro diffusione sul nostro intero territorio nazionale, e quindi anche in Trentino, dove sono arrivati oramai già da qualche anno. I lupi, così come gli orsi, potrebbero essere una risorsa dal valore inestimabile per il nostro territorio (sul sito della stessa PAT (Provincia Autonoma di Trento) vengono elogiati per la loro importanza per la conservazione della biodiversità e delle aree geografiche), se messi in condizione di svolgere il loro “lavoro” di regolatori dell’ecosistema, ossia andando a ridurre il numero delle loro prede, principalmente ungulati, che altrimenti crescerebbero a dismisura (infatti ogni anno, in Trentino come in tutte le altre regioni, ne vengono uccisi a migliaia perché in sovrannumero). Ma sono anche animali molto intelligenti ed opportunisti, con il vizio di preferire un pasto “all you can eat” del bestiame lasciato incustodito, o non protetto a sufficienza, che correre dietro agli animali selvatici, spendendo energie e rischiando di farsi male.

“Come si permettono, queste inutili bestiacce, di fare una cosa del genere? Vanno eliminati!” il coro unanime che si alzava dalle valli trentine. Così, mentre Fugatti aveva già rinchiuso Gaia al Casteller chiedendone l’abbattimento, aveva radio-collarrato, di nascosto, M90, orso ritenuto “problematico” per le sue incursioni nei centri abitati, ed aveva chiesto l’abbattimento di Fiona/F36, rea di essersi difesa da due “improbabili” cacciatori che sorpresero lei ed il suo cucciolo a dormire, ecco che anche due lupi della Lessinia vengono condannati a morte, per aver osato predare il bestiame di Malga Boldera, palesemente non protetto a sufficienza. L’aria trentina si riempie dell’odore del sangue, mentre sempre più persone inneggiano al “far e taser” (fare e tacere, ossia uccidere in silenzio) e sempre più carcasse di orsi e lupi vengono ritrovate sul territorio regionale (il 2023 è stato un anno nero per le morti dei grandi carnivori in Trentino). Questo nonostante, non solo la famiglia Papi, ma anche gli abitanti della Val di Non e Sole chiedevano degli interventi mirati a mettere in sicurezza la popolazione visto che, dalla morte di Andrea, poco o nulla è stato fatto. Ma la politica ha preferito continuare per la propria strada, quella che ha portato alla morte di Fiona/f36 e, più recentemente, quella di M90, ucciso in modo barbaro, reo di, a quanto pare, aver inseguito per 800 metri una coppia: il radio collare che non dava segnale dal 23 dicembre ha ripreso a funzionare e nel giro di pochi giorni, l’orso è stato individuato e soppresso. Fugatti continua a spingere sull’acceleratore e chiede l’approvazione della legge abbatti orsi, ossia quella legge che gli permetterebbe di sopprimerne 8 all’anno per un totale di 24 nei prossimi tre anni. Questi quelli uccisi legalmente, ma quelli del “far e taser”? Nel frattempo la popolazione lo acclama, le associazioni sembrano avere le mani legate e la politica nazionale sembra essersi dimenticata che orsi e lupi sono animali protetti e sono un patrimonio, non solo del Trentino né tantomeno di Fugatti, ma dell’Italia intera, e quindi di tutti noi.

Che ne sarà dei grandi carnivori del Trentino? È possibile che lo sterminio sia l’unica via?

Testo di Manuel Chiacchiararelli

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