Diari – Scatti fotografici dalle Madonie

Mi chiamo Matteo Orlando, sono un fotografo naturalista e divulgatore, aspirante biologo e da quando ero bambino giro tra i boschi e le montagne delle Madonie in Sicilia, luoghi che considero non solo la mia casa, ma anche la fonte inesauribile di ispirazione. Sin da piccolo ho imparato a osservare il volo degli uccelli, a riconoscere le impronte degli animali sul terreno, a riconoscere tanti tipi di funghi e ad ascoltare i suoni del bosco come fossero una melodia. Con il tempo, questa passione si è trasformata in un impegno vero e proprio: raccontare la natura attraverso le immagini e condividere con gli altri la meraviglia che ho la fortuna di vivere ogni giorno.



Ho da poco pubblicato il mio libro “Le Madonie attraverso i miei occhi”, un progetto che per me non è soltanto una raccolta di fotografie, ma il risultato di un percorso personale e professionale durato oltre sette anni. In questo arco di tempo ho trascorso più di 15.000 ore sul campo, tra osservazioni, ricerche e lunghi appostamenti, spesso al freddo, sotto la pioggia o al buio della notte. Ogni scatto racchiude sacrificio, dedizione, ma soprattutto amore per una terra straordinaria che ha ancora tanto da raccontare.

Le Madonie rappresentano un vero e proprio scrigno di biodiversità, un mosaico di habitat che spaziano dai boschi di querce e faggi alle praterie d’alta quota, dalle vallate ricche di acqua fino alle pareti rocciose che sembrano scolpite dal tempo. In questo contesto unico convivono specie animali e vegetali che altrove sono ormai rare o scomparse. Abbiamo tanti endemismi ed endemismi puntiformi (specie che vive solo in un’area geografica precisa e non si trova in nessun’altra parte del mondo) Il tutto rende, quest’area è un autentico hotspot di biodiversità a livello europeo. Fotografarle e studiarle significa contribuire non solo alla divulgazione naturalistica, ma anche alla loro tutela e conservazione.

Nella mia personale classifica delle specie più iconiche e rare delle Madonie, ne ho selezionate sei, ognuna con una storia che merita di essere raccontata.

1. Al primo posto, senza dubbio, c’è il capovaccaio (Neophron percnopterus) chiamato anche “avvoltoio degli Egizi” o in siciliano ” Pasqualino ” per il suo arrivo durante il periodo di Pasqua.
Dopo ben cinquant’anni di assenza, questa specie è tornata a nidificare sulle Madonie, dando alla luce un piccolo. Ho avuto l’onore di essere il primo a documentare questo evento straordinario, passando oltre 220 ore di osservazione in meno di due mesi. Per me è stato un privilegio irripetibile, non solo per l’emozione di assistere a un ritorno tanto atteso, ma perché in Italia oggi sopravvivono appena una decina di coppie nidificanti. La nascita di questo piccolo rappresenta dunque un avvenimento di importanza nazionale, una speranza concreta per il futuro di una specie minacciata, che rischiava di scomparire definitivamente dal nostro territorio.

Il giovane capovaccaio in volo

2. Al secondo posto troviamo la Parnassius apollo siciliae, una farfalla straordinaria, una sottospecie endemica delle Madonie, tra le più rare al mondo. È un vero relitto dell’era glaciale, sopravvissuta per millenni sulle vette più alte del massiccio. Oggi, purtroppo, la sua sopravvivenza è appesa a un filo: le temperature in aumento e il pascolo intensivo degli ungulati stanno distruggendo i suoi habitat. Fotografarla è come incontrare un fossile vivente, fragile e prezioso. Una delle emozioni più particolari che regala è percepire il battito delle sue ali, leggero e silenzioso.
Questa foto testimonia un’esperienza indimenticabile. La farfalla era attratta dal mio sudore perché contiene sali minerali e altre sostanze nutritive utili alla sua sopravvivenza. Alcune specie, infatti, si nutrono non solo del nettare dei fiori, ma anche di liquidi come il sudore umano, fonte preziosa di acqua e nutrienti.

La splendida Parnassius apollo siciliae

3. Il terzo posto lo riservo a una creatura piccola ma spettacolare: il ragno coccinella (Eresus sp.).
I maschi, con il loro addome rosso punteggiato di nero, diventano visibili solo in primavera ed estate, quando abbandonano la tana per cercare le femmine. In quel breve lasso di tempo mostrano tutta la loro bellezza, prima di tornare a nascondersi nel silenzio del sottosuolo. Le popolazioni di Eresus sono rare e frammentate, legate a micro-ambienti specifici. Vederne uno e riuscire a fotografarlo significa assistere a un evento unico, una vera apparizione.

Uno coloratissimo maschio di ragno coccinella

4. Al quarto posto inserisco quello che considero il simbolo del mistero dei boschi: il gatto selvatico (Felis silvestris), soprannominato “il fantasma del bosco”. È una delle specie più elusive delle Madonie. Ho avuto il piacere di fotografare un adulto in abito estivo e un giovane in abito invernale, entrambi di giorno, un evento davvero raro. Per riuscirci ho dedicato tante ore allo studio degli habitat e a interminabili ore di appostamenti silenziosi, spesso senza alcun risultato. Ma quando finalmente il momento arriva, capisci che ne è valsa la pena.

Un elusivo esemplare di gatto selvatico (Felis silvestris) in livrea estiva

5. Tra le scene che custodisco nel cuore c’è quella del mobbing di una cornacchia grigia (Corvus cornix) contro un nibbio bruno (Milvus migrans). È sorprendente osservare come un piccolo corvide riesca ad attaccare un rapace molto più grande, beccandolo in volo e costringendolo a cambiare direzione. Una scena di coraggio e determinazione, che racconta meglio di mille parole le dinamiche di sopravvivenza che regolano il mondo animale.

Le cornacchie non temono avversari di dimensioni maggiori: qui un esemplare “mobba” un nibbio reale

6. Infine, al sesto posto, una fotografia che considero unica: una poiana (Buteo buteo) con anomalia cromatica asimmetrica nelle ali. Una di colore marrone chiaro, l’altra di un nero-marrone intenso. Una condizione rarissima negli uccelli, più comune negli insetti come farfalle e falene. Incontrare e fotografare questo esemplare è stato come assistere a un piccolo miracolo della natura, un evento che difficilmente si ripeterà.

Poiana con evidente anomalia cromatica

Le Madonie, con la loro ricchezza di vita, sono molto più di un semplice parco naturale: sono un santuario di biodiversità, un laboratorio a cielo aperto che ci mostra quanto fragile e prezioso sia l’equilibrio tra uomo e natura. Attraverso le mie fotografie e la mia attività di divulgatore, cerco di trasmettere un messaggio chiaro: la conservazione parte dalla conoscenza e dall’emozione. Solo imparando ad amare ciò che ci circonda possiamo davvero proteggerlo.

Ogni incontro con un animale raro, ogni scatto conquistato dopo giorni di attesa, non è soltanto un traguardo personale, ma un tassello di un racconto collettivo: quello delle Madonie, montagne che parlano, insegnano e custodiscono un patrimonio naturale che appartiene a tutti noi.


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Testo e foto di Matteo Orlando

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