Diari – Yellowstone National Park: qualche consiglio per godersi la “wilderness” del parco più famoso degli USA

Yellowstone, un sogno accarezzato fin da ragazzo e finalmente realizzato! Vivere nella realtà i propri sogni porta una sensazione di appagamento non facilmente spiegabile… ma proverò lo stesso a trasmettervela, offrendo anche qualche indicazione sul parco e soprattutto sulla sua wilderness.

Il Grand Canyon dello Yellowstone National Park

Partiamo dall’inizio. Innanzitutto, sono fondamentali i tempi: quando si organizza un viaggio negli States bisogna avere in mente (già mesi prima) cosa e come visitare (i parchi, nel mio caso). Le distanze sono enormi e, a meno che non si voglia passare la maggior parte del tempo su una automobile, è bene aver chiaro alcuni concetti.

Nel Parco nazionale di Yellowstone (e nello stupendo adiacente Grand Teton) gli spazi sono molto estesi e per vari motivi le strade si percorrono a bassa velocità (35/45 miglia orarie, equivalenti a 55/60m km/h).
Non mi soffermerò sulle seppur meravigliose attrattive che rendono famoso il parco (Grand Prismatic Spring, Old Faithful, i geyser ecc.), visto che sul web ci sono tantissime indicazioni, ma cercherò di dare un piccolo supporto a chi ci vuole trascorrere una settimana dedicando un adeguato tempo al trekking e all’osservazione della vita selvatica.

Un meravigliosa paesaggio aperto delle Yellowstone National Park

Fatta questa premessa, esistono 3 modi di visitare i due parchi indicati.

La prima è soggiornare nei campeggi dei parchi, in tenda o camper. Noi abbiamo optato per un Van dotato di bagno e cucinino. Questo ci ha permesso di essere autonomi e vicini all’attacco dei sentieri. Però bisogna essere consapevoli che le prenotazioni vanno effettuate mesi prima (noi a febbraio per fine luglio!).  Si trova tutto su https://www.yellowstonenationalparklodges.com/stay/camping/ per YNP e https://www.nps.gov/grte/planyourvisit/camping.htm  per Teton YNP

Seconda opzione, i lodge.
Prenotazione sempre su https://www.yellowstonenationalparklodges.com/stay/summer-lodges/. Stesso discorso per autonomia e vicinanza ai luoghi di interesse, maggiori comodità, poi resta alla sensibilità economica di ognuno valutare le differenze.

Terza opzione, alloggiare nelle strutture all’esterno dei parchi, che mi sento di sconsigliare se si vuole iniziare un trekking alle 8 del mattino. Vanno benissimo per visitare le attrazioni “standard” ma non offrono autonomia sugli orari, specie perché si tratterebbe di percorrere ogni volta 150/200km solo per andare e tornare all’hotel.

Ok su dove dormire … ma avvistamenti wildlife? Beh, se ci si ferma una settimana e ci si avventura nei sentieri con determinazione, e attenzione, le soddisfazioni saranno enormi. 

Una antilocapra (Antilocapra americana)

Tralasciamo che in un altro parco, lo Zion, in un campsite ho “dovuto difendere” la mia colazione da un cervo (purtroppo) fin troppo confidente, ma per noi ogni giornata era una scoperta. Alci, antilocapre, cervi, aquile calve americane, pellicani, gru canadesi, marmotte, sino ai più piccoli picchi, merli testa gialla, pettirossi ecc oltre che i fastidiosissimi (per colpa dell’ignoranza umana) scoiattoli.

I “terribili” chipmunks (Tamias striatus), il flagello di chi vorrebbe mangiare qualcosa in pace a Yellowstone

Non dimentico nulla? Ah sì, i bisonti americani. Dopo aver rischiato seriamente l’estinzione ora sono in buon numero a pascolare tranquillamente nelle pianure del Hayden Valley e Lamar Valley e anche nella pianura del Teton NP.  Finalmente un ottimo esempio di conservazione della specie. Avvistarli e fotografarli è semplice, mantenendo la solita distanza di sicurezza.
Quando decidono di occupare il manto stradale per i loro spostamenti si crea una coda stile tangenziale (uno dei motivi per i quali il soggiorno fuori dai parchi porta a lunghi tempi di percorrenza).

Una mandria di bisonti americani (Bison bison), diversi dai “cugini” europei (Bison bonasus)

Lupi? Dopo aver cercato di fotografarli per 15 anni in giro per parchi italiani ed europei sono riuscito ad avvistarne uno (purtroppo solo attraverso un buon binocolo,  molto presto alla mattina nella piana dello Slough Creek … un’emozione incredibile.

Sicuro di non aver dimenticato nulla? Ah sì, il principe dei boschi … l’orso, presente in due specie, il grizzly (Ursus arctos horribilis, un centinaio) e l’orso nero (Ursus americanus, circa trecento) su un territorio più piccolo del Trentino Alto Adige (l’esempio che porto è puramente voluto).
Prima di partire mi sono informato a fondo e ho scoperto che purtroppo a YNP vi è in media un attacco mortale ogni anno, però poi ho capito che se i visitatori sono qualche milione, allora il problema lo si deve affrontare e gestire, e non continuare a spaventare e tenere all’oscuro le persone (Ndr, ne abbiamo parlato spesso su Animal Trip e continueremo a farlo).

Uno dei tipici ambienti boschivi del parco in cui non è raro incontrare gli orsi

Quindi ad esempio nei parchi americani (e nelle cittadine limitrofe) i cestini della spazzatura sono apribili solo da chi ha la mano prensile. I ranger e i fogli illustrativi ripetono all’infinito il decalogo sui comportamenti da mettere in atto sia per (soprattutto) prevenire che per gestire incontri ravvicinati. E in ultimo si è caldamente invitati a noleggiare lo spray anti orso. Gestione a tutto tondo, cosa che purtroppo in Italia (e in Europa) non siamo abituati a sentire.

Noi abbiamo avuto incontri ravvicinati? Diciamo che siamo stati bravi a scansarli (ad esempio continuando a parlare mentre attraversavamo un fitto bosco con poca visibilità) anche quando altri escursionisti li avevano incrociati a poche decine di metri da noi. Certo, ammetto che una foto o un video con un grizzly mi sarebbe piaciuta raccontarlo, ma a ragion veduta meglio la sicurezza (per noi e per l’animale).

Avalanche Peak, nello Yellowstone National Park

Concludo con alcune indicazioni utili per qualche trekking. In primis, su mappe dei sentieri.
Visto che il 90% delle persone visita Yellowstone e Grand Teton solo per le meraviglie raggiungibili su passerelle o in auto, dall’Italia mi sono dovuto affidare a pochissime informazioni:

  • App su smartphone che funziona con GPS (sentieri non segnati benissimo e segnale internet assente o quasi). Io uso mapy, ma ce sono diverse scaricabili gratuitamente.
  • Vecchia ma affidabile cartina; ottima quella edita dalla National Geographic scala 1:125.000 (si compra facilmente sul web). Offre anche alcuni consigli su escursioni, con tempi e scala di difficoltà tarate sullo standard americano; quindi se si è abituati a camminare in montagna bisogna limare e togliere un buon 30%.
  • http://www.alltrails.com offre una ulteriore utile panoramica

Amphitheater Lake, nel Teton National Park

Personalmente mi sento di suggerire Avalanche Peak nello Yellowstone, in quasi splendida solitudine,  l’Amphitheater Lake nel Teton, che ci ha lasciato a bocca aperta, e poi di scegliere a caso sul posto dalla cartina della National Geographic qualche trekking prettamente boschivo (sempre parlando mentre si cammina, all’occasione battendo le mani e con lo spray nella fondina).

E’ tutto… enjoy wilderness in Yellowstone and Grand Teton National park!!!

Testo e foto di Marco Ciccone

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