Diari – Un biologo “on the road” in Australia

Eccomi, o almeno ecco un po’ di me: mi chiamo Alessandro Tringale, sono biologo ambientale, fotografo naturalista e aspirante documentarista. Il mio viaggio fotografico inizia nel 2019 quando mi metto in testa di voler viaggiare e investire su un mio progetto di fotografia naturalistica. Nel 2022, dopo tre anni, diversi sacrifici e investimenti, ecco l’opportunità che aspettavo: poter viaggiare oltreoceano, raggiungere la terra dei canguri, una terra che mi ha sempre affascinato. Parto con un normale Working Holiday Visa che permette ai non australiani di avere gli stessi diritti e doveri dei cittadini e quindi poter lavorare e, con i soldi raccolti, viaggiare attraverso il continente. Dopo sei mesi di lavoro in una farm di Brisbane, decido di intraprendere un on the road di tre mesi dalla capitale del Queensland fino quasi all’estremo nord, a Cape Tribulation, per poi tornare giù fino alla Tasmania. In questi mesi, ho vissuto diverse esperienze da workawayer, una piattaforma che ti permette di poter avere vitto e alloggio gratuiti in cambio di un aiuto a casa di chi ti ospita. La scoperta avviene piano piano…

Un koala, uno dei simboli dell’Australia, abbracciato ad un albero di eucalipto

Avevo una passione e un progetto ma non avevo pianificato nulla, volevo che le cose avvenissero con i loro tempi e i loro ritmi. Avevo un’idea: mostrare alle persone la bellezza della natura che sembra essere stata dimenticata e da cui ci siamo distaccati e per farlo volevo utilizzare i social come Instagram. Un’immagine di un animale o un video suscitano emozione anche senza una didascalia scritta o una citazione famosa. Volevo creare contenuti di qualità, contenuti che le persone potessero apprezzare per ciò che stavano osservando, volevo farmi conoscere non solo come biologo ma come vero e proprio appassionato di natura in tutti i suoi aspetti.

Un Australian little penguin (Eudyptula minor), il pinguino più piccolo del mondo

Alla scoperta della wildlife australiana

Capita spesso di sentir dire che la fauna australiana è tra le più pericolose al mondo e posso dirvi che…è vero! La natura in Australia è imprevedibile, se provocata. Ho avuto incontri wild con casuari,serpenti come il red belly black snakes e i tiger snakes, ragni giganti come gli huntsman, , varani, salt water crocodyles e chi più ne ha più ne metta, e tutti hanno sempre avuto una reazione che è definita dal modo in cui ci si approccia.

Un attento drago acquatico (Physignathus lesueurii)

Disturbare un animale, provocarlo, metterlo in una situazione di stress ha come risposta una reazione difensiva dell’animale stesso ma, al contrario, se la natura è osservata alle dovute distanze e con precauzione diventa magia e qualcosa di cui non ci si dimentica più. Nel mio viaggio mi ero prefissato di vedere gli animali solo ed esclusivamente in natura, nessuno zoo, nessun santuario, proprio per rendere più eccitante la scoperta di un animale e poterlo osservare e fotografare. Ho vissuto un’esperienza di due settimane in un villaggio all’interno della Daintree forest e mi è capitato di vedere per ben 5 volte dei casuari a pochi metri dalla mia capanna.

Un giovane esemplare di casuario

Non lo dimenticherò mai. Sempre nello stesso posto, ho vissuto un’altra esperienza “forte”, alzare le coperte del proprio letto e trovare un huntsman sotto di esse. Un animale dalla fama spaventosa ma così docile che l’ho preso più volte per metterlo fuori nella foresta pluviale (ovviamente mai prendere un ragno a mani nude se non si conoscono gli effetti di un probabile morso! Non si scherza, soprattutto in Australia!). Il primo incontro con gli uccelli tropicali l’ho invece avuto nella piccola cittadina di Airlie beach, sempre nel Queensland. Qui ho avuto la possibilità di scattare un vero e proprio book fotografico a quelli che chiamano, qui in Australia, sunbirds, in italiano come nettarine ventregiallo (Cinnyris jugularis).

Uno splendido esemplare maschio di nettarina ventregiallo (Cinnyris jugularis)

L’esperienza di vedere i miei primi coccodrilli in natura è stata un po’ meno fortunata dal punto di vista fotografico. Grazie ad un tour operator avevo avuto la possibilità di spendere un’ora sul fiume che costeggia la Daintree forest ma la giornata era molto calda e con alta marea, condizioni perfette per i coccodrilli per stare in acqua e cacciare. Infatti sono riuscito solo a portare a casa delle foto di un cucciolo scovato “per fortuna”, mascherato alla perfezione con l’ambiente, e di una femmina dietro dei fitti cespugli, alla quale ho scattato delle foto semplicemente di ricordo, non adatte – capita più spesso di quanto si creda – a essere pubblicate o arricchire il mio portfolio da fotografo naturalista.

Perché proprio l’Australia?

Il mio viaggio in Australia ha una storia molto lunga alle spalle, nata da un suggerimento di un amico viaggiatore che, in un periodo buio, mi disse “non sei fatto per una vita da posto fisso, vai e dai vita al tuo sogno fotografico”. L’Australia non è stato solo un Paese nel quale ho potuto ammirare in libertà e nel loro ambiente gli straordinari endemismi dell’isola, molti degli animali più belli e pericolosi del mondo, ma anche una possibilità di investimento.

Un pademelon, un canguro minore assorto nella natura

Nella terra dei canguri si guadagna bene rispetto all’Italia e quindi ho avuto la possibilità di investire nel mio progetto, ho potuto acquistare un po’ di tempo per dedicarmi al 100% a quello che da anni avevo in mente e dargli vita. Al momento lavoro in una farm che mi permette, con molti sacrifici, di mettere da parte qualcosa. Dopo questo periodo, andrò a visitare la Nuova Zelanda con la sua fauna unica e poi mi sposterò nel Sud-Est asiatico.

L’Australia è davvero quel paradiso terrestre che in occidente immaginiamo?

Mi sono ricreduto moltissimo su questo. La natura qui è vista più come qualcosa da sfruttare, come vettore turistico, una natura vissuta per slogan del tipo “Vola sulla barriera corallina” oppure “Cruiser sui coralli” (ho visto coi miei occhi un’intera baia prospiciente la barriera corallina piena zeppa di imbarcazioni, certo a motori spenti ma a pochi centimetri dai coralli!). Molte sono le cose che non vanno insomma. Un altro fenomeno che mi ha colpito – e che chiunque in Australia può confermare – è la massiccia presenza di cadaveri e carcasse di canguri, wallabies e tanti altri animali abbandonati in mezzo alla strada, inevitabilmente travolti dalle macchine. Scene davvero raccapriccianti. Tante volte mi sono ritrovato a dovermi fermare per togliere un canguro dalla carreggiata perché non fosse pericoloso per chi arrivava o per dare al corpo una sepoltura dignitosa.

Ritratto di canguro grigio

La gestione della natura qui non è mi è sembrata da top del mondo. A conferma di ciò, è consentito entrare in certe zone anche con i 4×4 per fare degli offroad andando a disturbare la fauna locale. Ancora, frequente è la presenza di reti anti-squalo che il governo si ostina a non rimuovere (non si utilizzano metodi di monitoraggio meno invasivi (droni, ad esempio) solo per far sì che le persone possano fare il bagno in acqua), reti che oggi fanno più danno che altro, andando ad uccidere non solo gli squali ma anche specie non target. Qui, in Tasmania dove sono adesso – e che vi racconterò in un prossimo diario – ho letto che a Robinson Island, territorio nel quale il diavolo della Tasmania è presente, vogliono ampliare un impianto eolico che frammenterà ancora di più l’habitat di questo raro carnivoro e studi hanno certificato che l’impianto in questione ha già danneggiato la popolazione di un pappagallo migratore, l’orange-bellied parrot (Neophema chrysogaster) già fortemente minacciato e listato come a rischio critico secondo la IUCN. In New South Wales, invece, presto sarà in atto un piano di abbattimento di cavalli selvaggi, introdotti dai coloni britannici e che oggi rappresentano un pericolo per la fauna e la flora locale.

Consiglieresti un viaggio fotografico in Australia?

Assolutamente sì. Parliamo della fauna più unica al mondo che, dal punto di vista evoluzionistico sembra essere rimasta a milioni di anni fa. L’Australia è di fatto un continente davvero immenso nel quale ci vorrebbero anni solo per vedere l’1% della fauna locale. Oggigiorno, grazie alle applicazioni come Workaway, Coachsurfing e tante altre, è possibile vivere esperienze in luoghi unici a costo zero o quasi zero. Per potermi permettere certi avvistamenti, ho potuto soggiornare per ben due settimane all’interno della foresta tropicale a costo 0, semplicemente aiutando i proprietari del villaggio nella manutenzione. Ho potuto vivere in luoghi molto costosi in termini di hotel o b&b per settimane e gustarmi i luoghi e poter portare a casa scatti che diventeranno parte dei miei quadri di casa e ricordi indelebili. Quindi sì, se siete amanti degli animali e della natura, concedetevi un Australian dream!

Avete delle domande, delle curiosità o volte informazioni più precise? La mia pagina Instagram è @alextringhy

Testo e foto di Alessandro Tringale, biologo e fotografo naturalista

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