Fotoracconti – Dovrefjell: il regno del bue muschiato

Tra i monti Dovrefjell, nella Norvegia orientale, la natura domina ancora incontrastata. Nelle valli, tra le steppe dai colori incredibili, alle pendici del monte Snøhetta – la vetta più alta con i suoi 2286 mslm – vive una fauna spettacolare: renne selvatiche, alci, volpi artiche ma soprattutto lui, l’animale simbolo del parco, il bue muschiato (Ovibos moschatus), che conta una popolazione di circa 200 esemplari.

Il bue muschiato è un mammifero artico appartenente ai bovidi, noto per il suo folto manto e per il caratteristico odore di muschio. Appartiene alla sottofamiglia dei caprini e pertanto è più imparentato con la capra domestica che con il bue. Maestoso, con un’altezza al garrese di oltre 1 metro per oltre 2 metri di lunghezza, pesante fino a 400 kg, presenta in entrambi i sessi lunghe corna curve. E’ l’ultimo esemplare della famiglia degli ovibovini.

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Il bue muschiato, a dispetto delle dimensioni, è molto veloce: può correre fino a 60 km/h su praticamente qualsiasi terreno. Avendo pochissimi predatori naturali non ha particolari timori, non scappa e non si nasconde, e quando si sente minacciato carica facilmente.

È un animale sociale, i branchi sono composti solitamente da 10-20 individui, sebbene in certi casi si possa arrivare fino a 100 capi. Nella stagione degli amori (intorno alla metà di agosto), i maschi ingaggiano estenuanti combattimenti: l’esemplare dominante finirà poi con l’allontanare gli altri maschi adulti del gruppo. I buoi muschiati sono anche famosi per la tipica disposizione circolare che assumono quando si sentono minacciati, con i piccoli al centro e un muro di corna puntate verso l’esterno, strategia efficace contro la maggior parte dei predatori, tra cui i lupi, ma inefficace contro il signore delle terre artiche, l’orso polare. In Europa ormai i buoi muschiati possono essere osservati solo in Norvegia e Svezia, dove sono stati reintrodotti tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX con ottimi risultati.

Le spettacolari foto sono del fotografo naturalista Stefano Speziali.

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