Sulle tracce degli ultimi bisonti d’Europa

Sulle tracce degli ultimi bisonti d’Europa nella foresta primordiale polacca di Bialowieza

Animal target: bisonte europeo, lupo, lince, castoro europeo, alce, cervo rosso, cicogne, picchi – Periodo: aprile

bialowieza mapPerché scegliere di dedicare l’unico weekend “lungo” della stagione (purtroppo solo tre giorni) ad una meta così lontana e difficilmente accessibile come la foresta di Bialowieza? Che senso ha bruciarsi le poche ore di sudate ferie in una massacrante corsa contro il tempo verso il cuore del voivodato di Podlachia? Non esiste una sola risposta, ce ne sono moltissime… per noi però iniziano tutte con la lettera b di bisonte.

Alcuni infatti hanno definito la foresta primordiale di Bialowieza come il Grand Canyon europeo, altri la vedono come l’immersione nell’unico lembo sopravvissuto di quella foresta primordiale che un tempo ricopriva buona parte del nostro continente, la sola possibilità di vedere come era la natura migliaia di anni fa… per noi è invece quella di incontrare in natura, libero e fiero, il maestoso bisonte europeo (Bison bonasus).
L’organizzazione del viaggio non è delle più semplici, soprattutto per noi che abbiamo così poco tempo e necessità di abbattere i costi il più possibile. Non possiamo permetterci di sbagliare incastri e tempistiche, tutto il tempo perso gratuitamente sarà sottratto al lui, il nostro target, il bisonte europeo!

Convinte mogli e fidanzate dell’ineluttabilità di questa uscita, cominciamo a muoverci un paio di mesi prima per prenotare i biglietti aerei. Voleremo su Varsavia e poi in macchina ci dirigeremo rapidamente verso la Podlachia più profonda, verso il confine con la Bielorussia, fino a Bialowieza. I prezzi dei biglietti aerei non ci aiutano: le compagnie che da Milano volano su Varsavia sono molte ma noi abbiamo bisogno di partire presto il sabato mattina e tornare tardino il lunedì sera, senza fare scali di diverse ore: il cerchio si restringe… da Milano Malpensa a meno di 200 euro non c’è nulla (per chi potesse, tariffe decisamente più economiche da Orio al Serio o lontano dal weekend con Ryanair). Alla fine non abbiamo scelta, voleremo all’andata con volo LOT diretto e faremo uno scalo su Bruxelles al ritorno, per 200 euro circa. Il noleggio della macchina a questo punto è una formalità, così come la prenotazione di una stanza (scegliamo tramite booking.com e abbiamo un ventaglio di proposte a pochi euro al giorno).
Il passo successivo è contattare il Parco nazionale di Bialowieza o un ente autorizzato per concordare quali itinerari seguire e prenotare una guida che ci accompagni, massimizzando la possibilità di incontri con gli animali nel poco tempo che abbiamo.

La check-list della fauna presente nel parco è impressionante: oltre al bisonte europeo, lupi (Canis lupus), linci (Lynx lynx), castori europei (Castor fiber), alci (Alces alces), cervi rossi (Cervus elaphus)… per non parlare della altrettanto ricca avifauna. Oltre le immancabili e numerosissime cicogne bianche (Ciconia ciconia), solo qui è possibile incontrare tutte le specie di picchi presenti in Europa, alcuni elusivi rapaci e fasianidi e molte altre rarità ancora. Non stiamo nella pelle, la cosa più dura sarà aspettare due mesi!
Scriviamo ad un ente autorizzato dal parco (pttk@pttk.bialowieza.pl) in inglese, nella speranza che ci rispondano in tempi stretti. Ci sembra troppo facile, la Podlachia ci sembra lontana e difficile, invece nel giro di qualche giorno la risposta arriva, in un buon inglese, forse migliore del nostro. Lo scambio di email si protrae per qualche giorno e alla fine ci convincono che la soluzione ideale per noi tra le loro proposte sia un face to face with the bisont la domenica mattina all’alba, combinato con un family tour nel tardo pomeriggio(QUI il link).
A questo punto c’è tutto, siamo davvero pronti.

Il giorno della partenza arriva velocemente tra i tanti impegni: sveglia alle 4 (l’adrenalina copre la stanchezza), partenza in macchina verso Malpensa alle 5, aereo alle 7.30. Puntualissimi poco dopo le 9 siamo a Varsavia, giusto in tempo per una rapida colazione e per il ritiro dell’auto presso l’aeroporto: ora possiamo davvero mirare a Bialowieza. Il navigatore ci porta in direzione di Bialystok, il capoluogo del voivodato di Podlachia, per poi farci deviare prima della città in direzione proprio del paesino di Bialowieza.
20160425_145524Ci allontaniamo da Varsavia, dal traffico, e con lo scorrere dei km ci addentriamo nella Polonia rurale, così diversa da quella europea delle grandi città. Strade sempre più strette, piccoli gruppi di case spesso di legno e dai tetti a punta, donne con i fazzoletti legati in testa e vecchi dai volti scavati che ti osservano passare da bordo strada. Un altro mondo, a sole poche ore di strada da Varsavia. Anche trovare un posto qualunque dove mangiare non è banale come sembra. C’è qualche insegna lungo la strada, nei paesi, ma alcuni locali sembrano chiusi, altri indecifrabili. Dopo aver bussato senza fortuna ad un paio di porte, accostiamo a bordo strada nei pressi di un ristorante di un hotel. L’interno è totalmente viola, un viola da funerale: le pareti, i pesanti tendaggi, gli arredi… tutto viola. Gente più superstiziosa di noi e meno affamata non sarebbe mai entrata. Il menu è solo in polacco, qualche piatto è tradotto però in inglese e la padrona riesce a farsi capire comunque.

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Innumerevoli le coppie di cicogne lungo la strada

Scegliamo a caso… e ci arrivano diversi piatti locali, decisamente dell’Europa orientale: domina ancora il viola, delle barbabietole questa volta, come zuppa e come contorno, e poi le immancabili frittelle di patate e l’aringa con la cipolla, il cavolo, i cetrioli… pesantino ma gustoso. Il costo è irrisorio. Beviamo ottima birra polacca Zubr, la birra del bisonte, l’animale guida del nostro viaggio.
Ripartiamo per Bialowieza e, dopo pochi chilometri, sui pali, sulle antenne, sui tralicci della luce lungo la strada cominciano ad apparire imponenti nidi di cicogne bianche, ognuno abitato da una coppia di questi meravigliosi uccelli, spesso in rituale di accoppiamento, per nulla disturbati dal poco traffico o dalle nostre fotografie. E’ emozionante vedere così da vicino questi splendidi animali. Vorremmo fermarci ad ogni nido, ogni 500 metri ma siamo ancora molto lontani dalla nostra meta.

La strada ci chiama, ci immergiamo sempre più in profondità nel voivodato di Podlachia, finché raggiungiamo la cittadina di Bialowieza (ai nostri occhi cittadini poco più di un paesino, ma in questo contesto…).
Raggiungiamo il B&B e, nonostante il costo minimo della camera, lo troviamo funzionale e pulito. Da poco aperto, si trova in una ottima posizione subito ai margini dell’abitato, offre un ampio parcheggio e qualche informazione turistica.

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Il caratteristico lago al centro del paese di Bialowieza

E’ ormai pomeriggio inoltrato, lasciamo i bagagli e decidiamo di andare a fare un sopralluogo della zona, magari già individuando la sede del parco e dell’ente dove la mattina successiva dovremo incontrare alle 4.30 la nostra guida. Parcheggiamo con facilità (non ci sono molti turisti in giro e gli abitanti del luogo conducono vita molto ritirata), individuiamo il punto di incontro e quindi varchiamo i cancelli del parco. Alcuni affascinanti antichi edifici, in parte abbandonati e in parte recuperati, svolgono diverse funzioni, dall’accoglienza dei turisti a sedi di istituzioni scientifiche universitarie. Questi edifici in mattoni rossi, che trasudano odore di storia e di passato, sono dominati dagli edifici più recenti, la nuova e moderna sede del parco, il gigantesco bar-ristorante per turisti, il pensionato, il piccolo museo. Beviamo una Zubr, è presto e la cortesia non è compresa nel prezzo. Girovagando per il parco cominciamo ad apprezzare alcuni meravigliosi alberi, in particolare le secolari querce che dominano alcuni spazi.

Tra le fronde, numerosi picchi rossi maggiori e minori (Dendrocopos major e minor), ghiandaie (Garrulus glandarius), scoiattoli (Sciurus vulgaris). C’è una enorme vitalità, basta alzare gli occhi per vedere muoversi qualcosa.

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Un picchio muratore in procinto di mettersi all’opera

Continuiamo la passeggiata ritornando verso il laghetto e il fiume, vediamo fuggire alcuni uccelli spaventati dalla nostra presenza e incontriamo un simpaticissimo picchio muratore (Sitta europaea) che si mette in posa per noi, per nulla spaventato. Naturalmente abbiamo dimenticato la macchina fotografica, abbiamo solo i telefonini e le foto sono pessime. Lungo il fiume tracce evidenti di castori: tronchi rosicchiati, legna accatastata, geometrie significative. Ma è ancora presto, i castori sono animali essenzialmente notturni, ci ripromettiamo di tornare con il buio.
Finalmente andiamo a cena. Ci sono diversi ristoranti, alcuni con ottime recensioni, alla fine scegliamo per comodità Pokusa, in centro paese, vicino al minimarket (il minimarket è comodo e aperto fino a sera, qui abbiamo comprato pane, formaggio e dolci per il giorno dopo). Il ristorante è elegante, una splendida stufa in maiolica domina la sala da pranzo, il menu offre diverse possibilità. Prendiamo zuppe e pirogi, tutto ottimo. Ancora una volta però l’affabilità dei camerieri è decisamente diversa dalle nostre aspettative: chiediamo un dolce alle 22 ma ci viene simpaticamente fatto notare che il locale sta chiudendo! Per noi è inaccettabile ma non ci resta che pagare, comunque poco, e andare a bere una vodka Zubrowka presso l’Hotel Zubrowka, l’unico locale che dia ancora qualche segno di vita. Qui al contrario sono gentilissimi e, superato l’enorme bisonte simbolo dell’hotel, ci accolgono con piacere.
Andiamo comunque a letto presto, la mattina la sveglia suonerà ancora prestissimo. Ci concediamo solo un rapido giro in macchina lungo le strade fuori paese, nella speranza di qualche avvistamento notturno. Ed è così: alla luce dei fari ben presto si illuminano gli occhi di numerosi cervi rossi (Cervus elaphus), femmine e giovani, di qualche capriolo (Capreolus capreolus) e di qualche curiosa volpe (Vulpes vulpes). Siamo stati premiati!

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Alberi secolari, antichi e imponenti

Presto… troppo presto! Sono solo le 4 e ci stiamo preparando per uscire. Il cielo è scuro, le previsioni non sono ottimali, piogge intermittenti. Incontriamo la nostra guida, si presenta: Joao, portoghese trapiantato stabilmente a Bialowieza dopo aver sposato una ragazza polacca. Joao parla molte lingue, tra cui l’italiano, è molto simpatico e soprattutto conosce in profondità, vivendola tutti i giorni, la foresta di Bialowieza e il parco. I suoi racconti, intervallati dai lunghi silenzi necessari per avvicinarci cautamente a luoghi di potenziale avvistamento, riempiranno la giornata. Partiamo a piedi… sulle tracce dei bisonti! La luce comincia a diffondersi e Joao ci porta attraverso i prati a ridosso della giovane foresta che racchiude il cuore antico di Bialowieza. L’inseguimento ai bisonti si dimostra da subito non scontato: ne vediamo le orme fresche e i ciuffi di pelo, ne annusiamo gli escrementi e l’urina (Joao lo fa quasi ogni giorno guidando i turisti!) ma di loro fisicamente non c’è traccia.

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Un piccolo roditore  furtivo in cerca di cibo nel sottobosco

Camminiamo per ore, attraversando radure e boschi, scoprendo prati popolati da cicogne bianche e intravedendo le lunghe orecchie e il veloce scomparire di qualche leprotto, sognando i lupi di cui vediamo le orme impresse nel fango, incontrando le carcasse spolpate fino all’osso di grossi cinghiali. Ma nessun bisonte. Siamo piuttosto demoralizzati, la fatica con il passare delle ore comincia a farsi sentire. Nonostante tutto, però, ci rifiutiamo di andare a vedere i bisonti nei recinti del parco, noi amiamo solo gli animali liberi! Non mancano invece le zecche, piccole ma insistenti. Joao ci raccomanda di controllare bene di averle eliminate tutte prima di fare la doccia. Comunque ci crediamo ancora. Joao ci guida in un’altra direzione, lungo un sentiero che porta verso Narewka. I sentieri sono bellissimi, tagliano giovani e fitti boschi misti di conifere e piante caducifoglie… ma non abbiamo tempo di perderci in considerazioni botaniche, non abbiamo ancora visto il nostro primo bisonte! Continuiamo a procedere in macchina, finché giungiamo ad un parcheggio da dove proseguire a piedi seguendo quella che un tempo era una linea ferroviaria per l’approvvigionamento di legname. La natura è spettacolare, le tracce dei castori sono ancora più evidenti ma… nessun bisonte. Pranziamo al sacco presso un capanno, aspettiamo ancora qualche tempo ma poi torniamo indietro: nel tardo pomeriggio abbiamo programmato un’altra escursione, nella restricted area della foresta!
Tornando in macchina la fortuna comincia a girare e avvistiamo alcuni splendidi esemplari di francolino di monte (Tetrastes bonasia), un timido fasianide piuttosto raro.

francolinoUn Francolino di Monte sul ciglio del sentiero un attimo prima di sparire tra la vegetazione

Il clima non è dei migliori, però in mattinata non ci siamo bagnati particolarmente. Speriamo di avere la stessa fortuna nel pomeriggio. Alle 17.00 ripartiamo. Siamo piuttosto provati ma l’entusiasmo per la foresta primordiale ci sorregge. Pagato il ticket di ingresso, attraversati nuovamente i cancelli del parco, comincia una nuova avventura. La vegetazione è profondamente diversa, qui la foresta è antichissima, la più antica di Europa. Ci sono tigli e ontani millenari, querce enormi che sopravvivono alle avversità del tempo portando su di sé il segno della natura, alberi crollati a terra che incredibilmente ancora vegetano. E’ davvero come immergersi nel passato, un passato fatto di muschi e funghi, di stagni e pozze, di parassiti, di umidità che produce vita senza sosta. Tutto sembra marcescente ma allo stesso tempo estremamente vitale. Joao ci dice che ci sono meno mammiferi ma molti uccelli, soprattutto picchi. 20160424_181947Avanziamo lungo il sentiero, spesso su una passerella in legno che permette di attraversare le zone umide e, pur senza vedere mammiferi, scorgiamo diversi picchi rossi, maggiori e minori, e qualche rampichino (Certhia brachydactyla Brehm). Joao ci accenna ad alcuni recenti problemi, in particolare a un parassita che sta devastando alcune tipologie di albero: da alcuni ambienti politico-amministrativi si ventila addirittura l’ipotesi di consistenti abbattimenti che però minerebbero gli equilibri della foresta e c’è chi parla di un tentativo di speculazione. Ma torniamo ad argomenti più lieti. Nei giorni precedenti Joao dice di aver visto anche un raro picchio tridattilo, ma purtroppo oggi non riusciamo a scovarlo. Camminare in una foresta così antica è incredibile, giungiamo a poche centinaia di metri dal confine militarizzato con la Bielorussia, inaccessibile e sorvegliatissimo in quanto confine di Schengen. In Bielorussia si estende la maggior parte della foresta primordiale ma il turismo è fortemente disincentivato, per cui quasi tutti i visitatori scelgono la parte polacca del parco. E’ ora di ritornare sui nostri passi, si sta facendo tardi.

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Il bisonte europeo e il suo fascino selvaggio – photo Adobestock (la nostra “sfortunata” foto potete vederla alla fine del post, unicamente per dovere di cronaca)

Dopo un paio d’ore siamo fuori dal cancello di ingresso, in direzione della macchina, il sole sta scendendo, quando, improvvisamente, eccolo! Al limitare del bosco uno splendido esemplare di bisonte (Bison bonasus) pascola tranquillamente.  L’emozione è fortissima, la maestosità dell’animale non ha rivali. Non vogliamo avvicinarci troppo per non disturbarlo e per mantenere una distanza di sicurezza di una trentina di metri come ci consiglia la nostra guida (è enorme e dà una terrificante sensazione di potenza). Ci avviciniamo lentamente, nascosti da tre esili betulle nel prato, scattiamo alcune pessime fotografie nella penombra con il cellulare (abbiamo abbandonato gli zaini prima di dirigersi verso di lui – l’emozione fa brutti scherzi a volte!). Rimaniamo in religioso silenzio per diversi minuti e poi non possiamo che allontanarci. Un incontro incredibile! Stavamo camminando dalle 4.30 e ormai avevamo perso la speranza! L’animale target del viaggio è stato avvistato!
Felici torniamo alla macchina, salutiamo Joao con la promessa di una nuova visita e ci indirizziamo al b&b per una doccia prima di cena.
Non riusciamo a smettere di commentare il nostro incontro con il bisonte quando sulla strada, dalla macchina, Davide vede qualcosa sotto gli alberi. E’ ormai quasi buio ma effettivamente qualcosa ci sta osservando. Ci fermiamo, scendiamo e a piedi cominciamo ad attraversare il prato in direzione di quello che a volte ci sembra un enorme cavallo, altre un semplice tronco dalla forma particolare. Invece è un alce! Anzi, due alci femmina con un cucciolo! Non riusciamo a credere ai nostri occhi. Pur affondando sempre più in quella che sta diventando una marcita, cerchiamo di avvicinarci ancora ma le alci si allontanano silenziosamente. Sembra un sogno… ma non ci resta che tornare completamente inzuppati alla macchina.
Doccia, controllo delle zecche (mai abbastanza accurato), cena. Oggi è domenica, se possibile Bialowieza è ancora meno viva di ieri. Le uniche luci provengono dall’Hotel Zubrowka, ci sembra la soluzione migliore (Joao ci aveva consigliato il Gawra per cena e pernottamento ma è chiuso). Cena abbondante e ottima, vodke di ordinanza, tiriamo addirittura le 22.30. Non vogliamo però precluderci nessuna possibilità di avvistare gli animali, quindi allunghiamo tornando al b&B per passare dallo stagno dei castori. Li sentiamo, tonfi nell’acqua e movimenti, ma non riusciamo a osservarli. Non mancano invece i cervi rossi, anche oggi numerosi in branco lungo la strada. E’ ora di ritirarci, domani per due di noi ci sarà il lungo ritorno, Alessandro, più fortunato, si fermerà qualche giorno ancora e ne approfitterà per visitare la palude di Briezba.
Ci svegliamo alle 7, ci sembra addirittura tardi, poi in macchina fino a Bialystock, una splendida cittadina molto curata e ricca culturalmente, poi treno fino a a Varsavia, quindi aereo e casa. Massacrante, ma non possiamo che esserne felici, è stato un viaggio meraviglioso.

Contatti del parco nazionale di Bialowieza: Park Palacowy 11, 17-230 Bialowieza, tel/fax +48 856829700, email: bpn@bpn.com.pl, sito: www.bnp.com.pl

Prof. Gip. Barbatus

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